Centro Santa Chiara, salta la selezione del manager dopo il «caso Troncon»: la commissione si dimette, Divina annulla il bando
Tempesta sull’ente culturale che dopo aver perso il direttore Nardelli (e senza nessuno da mettere al suo posto) è costretto ad invalidare la procedura
TRENTO. Grande è la confusione sotto il cielo del Centro Servizi culturali Santa Chiara di Trento, guidato dal leghista Sergio Divina. Prima le dimissioni del direttore Nardelli (e la giunta provinciale non ha pronto un bando per sostituirlo). Poi la «grana Troncon» con la selezione di un manager Responsabile delle Industrie Culturali e Creative che è definitivamente tramontata.
A seguito della polemica infatti l’intera Commissione esaminatrice ha rassegnato le dimissioni e oggi il Centro Santa Chiara getta la spugna: «preso atto delle dimissioni della commissione, in considerazione della necessità di ripristinare l’organo di valutazione e per motivi di opportunità allo scopo di garantire la massima serenità nella valutazione dei candidati, il Consiglio di Amministrazione del Centro ha deciso di revocare il bando di selezione per la figura di Responsabile delle Industrie Culturali e Creative rinviando ogni decisione in merito all’eventuale indizione di una nuova selezione».
Ma di cosa stiamo parlando? Si tratta dell'assunzione di una nuova figura, quella di direttore del "ramo" industrie culturali e creative. Un filone, per altro, fortemente voluto dalla Provincia, che ha deliberato di sostenerlo con 300 mila euro di risorse. Può, potrebbe avere, l'investimento nel settore, importanti ricadute. Certo, una scommessa. Ma interessante in un contesto stravolto dalla pandemia, che ha imposto ad un tempo vincoli e nuove opportunità, in termini di offerta culturale, nuovi palinsesti, nuovi pubblici da intercettare.
Per gestire l'investimento, serve dunque una nuova figura. Il presidente del Santa Chiara, Sergio Divina, firma il relativo bando il 20 luglio. All'avviso di selezione, per titoli ed eventuale colloquio, gli interessati devono rispondere entro il 4 agosto, presentando la propria candidatura. Contratto a tempo determinato, per un anno, assunzione come quadro di primo livello, 85 mila euro lordi di trattamento economico. Contratto «a decorrere indicativamente da settembre 2021».
Il cda, che sconta da tempo il "due contro due" (il presidente Divina e Daniele Lazzeri, di nomina della Provincia, da una parte, Paolo Dalla Sega e Maurizio Cau, in rappresentanza dei comuni di Trento e Rovereto, dall'altra), essendosi autosospesa la consigliera Sandra Matuella, nomina la commissione di selezione.
Ne fanno parte Paola Fandella (docente di economia alla Cattolica) presidente), Maria Della Lucia (dipartimento di economia e management di UniTn) e Andrea Asson, l'ex capo di gabinetto che l'assessore Bisesti ha messo alla direzione del nuovo ufficio per l'innovazione e la partecipazione culturale. Asson, per altro, è frutto di un ripescaggio, perché in un primo tempo, su indicazione di Bisesti, il cda aveva indicato Luca Ferrario, responsabile di Trentino Film Commission, che però ha rinunciato visto che avrebbe dovuto pronunciarsi su candidati da lui conosciuti.
La sorpresa è arrivata nella seduta delle commissione di selezione del 10 settembre. Viene introdotta, per un indirizzo di saluto, dal presidente del Centro, Sergio Divina. Che poi presenta il professor Renato Troncon, il docente di estetica al dipartimento di lettere e filosofia dell'Università di Trento che è consulente di Bisesti e primo promotore del progetto di industria culturale creativa. Divina invita i commissari a fare domande per capire meglio il progetto e se ne va. A quel punto Troncon lo rivendica e se ne esce, al termine del suo intervento, con la proposta di nominare alla direzione del nuovo settore Michela Ventin, sua collaboratrice di ricerca al dipartimento di UniTn.
Situazione che si fa d'improvviso più che imbarazzante. Infuocata. Perché Troncon non fa parte della commissione. E perché, se un nome già c'è per dirigere il nuovo settore, che senso ha istituire una commissione di selezione?
È bufera. Risultato: viene sospesa la seduta. I commissari inferociti chiedono spiegazioni a Divina, il quale ovviamente è all'oscuro.Poi le dimissioni della Commissione. E la revoca del bando.
E così il nuovo settore innovativo del Santa Chiara (Centro con una cinquantina di addetti in organico e un valore della produzione, nel 2020, di 4,99 milioni di euro) è ancora senza direttore.
E pensare che il professor Troncon aveva provato a spiegare ed ha replicato su tutta la linea: «È falso che io abbia fatto pressioni sulla commissione raccomandando la scelta di una persona. È una cosa che posso confutare. Ho fatto un progetto che ho spiegato alla commissione, ma non posso accettare che su una persona finisca il marchio della raccomandata e che io venga offeso».
Troncon fa capire che la vicenda si legherebbe all’addio di Nardelli, una vicenda che avrebbe scatenato una sorta di «guerra civile» interna al Santa Chiara tra maggioranza e minoranza del Cda. E lui, incolpevolmente, ci sarebbe finito in mezzo. «Ho una credibilità da difendere e mi tutelerò in ogni modo, non ho violato le regole. Io su questo progetto delle industrie culturali mi sono speso, ho procurato fondi, anche del Pnrr, stiamo parlando di centinaia di migliaia di euro. A me interessava che partisse questo progetto - dice ancora Troncon - e non pensavo che si potesse arrivare a una situazione del genere. Non sono un’idiota, non vado a invalidare un lavoro di mesi raccomandando qualcuno a una commissione di concorso».
Però, alla fine, la frittata è servita.