Marco Ferradini in scena a Trento ricordando Goran Kuzminac: "Quello condiviso con lui fu un periodo bellissimo"
Domenica 5 dicembre il cantautore trentino scomparso nel 2018 sarà ricordato nella terza edizione di “Contrabbandieri di musica”, al teatro di Ravina. Nel 1982 usciva lo storic Ep e “Q Concert” nel quale i due cantautori cantavano insieme al collega Mario Castelnuovo
TRENTO. Goran Kuzminac, Marco Ferradini e Mario Castelnuovo.
È questo il trio di cantautori che nel 1982 pubblicava lo storico Ep “Q Concert” in cui i tre insieme cantavano “Oltre il giardino” mentre gli altri tre pezzi avevano ognuno l'interpretazione di un singolo artista con Goran impegnato fra le note di “Bugiarda” (nella foto in alto, i tre cantautori durante un'esibizione dell'epoca in un programma della tv pubblica svizzera Rsi).
Da allora sono passati quarant'anni, tante note e quella vita che ha portato via Goran Kuzminac che sarà ricordato domani, domenica 5 dicembre, nella terza edizione di “Contrabbandieri di musica, tributo a Goran Kuzminac”, alle 18, nel teatro della sala polifunzionale Demattè di Ravina.
Proprio Ferradini, che in questa intervista ci rivela anche la prossima uscita di un disco dedicato a Kuzminac, sarà l'ospite d'onore del concertone.
Marco Ferradini, il suo nome si lega a quello di Goran Kuzminac per il vostro Q Concert diventato un cult della discografia italiana.
"Quello condiviso con Goran è stato un periodo bellissimo. Ricordo che a Roma la Rca ci aveva confinati entrambi nell’albergo “La pergola” e ogni mattina andavamo a fare le prove del “Q concert” sulla Tiburtina nel teatro di Libero Venturi, il nostro impresario dell'epoca, scarrozzati da una vecchia mercedes verde. E’ stato molto divertente e poi i musicisti con cui suonavamo erano molto simpatici, eravamo davvero una bella compagine io, Goran e Mario Castelnuovo”.
Fra i quattro pezzi di quel lavoro anche “Oltre il giardino” che avete cantato in trio.
"Sì, inizialmente dovevamo registrare Lupo solitario dj trasformandola con un altro testo ma poi l'operazione non è andata in porto. Allora ci hanno chiuso tutti e tre dentro una stanza facendoci ascoltare la Ciaccona di Bach per farla diventare una canzone e così è nata “Oltre il giardino” un brano che rispecchia la visione che avevamo noi tre di quel momento nella vita in cui si esce dal proprio ambito familiare o scolastico e si incontra il mondo".
Un altro mondo rispetto a quello di oggi.
"Senza dubbio. A quel tempo le possibilità erano tante perchè c’era un mondo musicale in fermento, molto ricettivo, esattamente l'opposto di quello di adesso. Quella canzone assunse per noi un ruolo molto positivo, era uno sprone a saper vivere nel mondo una volta che si inizia il proprio cammino".
Qual è il suo ricordo di Goran Kuzminac?
"Con Goran abbiamo avuto subito un ottimo rapporto, poi c’è stato qualche screzio durante il lavoro, stupidaggini che non dovevano succedere ma a volte capitano e non ci siamo sentiti per diverso tempo. Poi ci siamo ritrovati in occasione di un concerto a Teramo dedicato a Ivan Graziani al cui eravamo invitati entrambi e lì ci siamo abbracciati e abbiamo dimenticato tutto".
Cosa ci può anticipare del suo live di domenica a Trento?
"Sarò in teatro con mia figlia Marta e insieme a lei e al gruppo di Goran suoneremo proprio “Oltre il giardino”. Circa un mese fa sono stato contattato dall’ultimo discografico di Goran per realizzare un album in sua memoria. Erano rimaste poche canzoni tra cui scegliere e ho pensato di rifarmi al Q-disc dove Goran aveva puntato su una canzone che si intitola Bugiarda e mi è sempre piaciuta tantissimo. L'ho arrangiata in chiave acustica e la canterò in questa bella occasione”.
Cosa racchiude il suo ultimo disco "L'uva e il vino"?
“L'album è composto da tre brani che raccontano il Ferradini odierno. Il titolo L’uva e il vino deriva da due fotografie che ci sono all'interno: una mi ritrae da giovane a Londra e rappresenta l’uva, mentre in copertina c’è una foto di me oggi, cioè il vino giunto a maturazione, sperando sia un buon vino.
Domenica proporrò anche due pezzi tratti da questo album: Le parole, che parla dell'incapacità di descrivere i sentimenti che si provano e Pane, che è dedicato al tema dell’immigrazione. Qui non traggo nessuna conclusione ma faccio una semplice constatazione: se sei nato nella parte più fortunata del mondo hai tante possibilità ma se per caso nasci nella parte più povera del mondo ti ritrovi a dover affrontare tante difficoltà.
La vita è un caso e dobbiamo essere molto attenti ad etichettare le persone ”.
Tornando al passato cosa le manca di più degli anni di "Teorema" e appunto dei momenti trascorsi con Goran?
"Mi manca l'atmosfera che c’era per cui ognuno nella sua diversità era spinto a dare il meglio di sé, c’era una specie di gara tra di noi e si veniva rispettati per ciò che si era. Ora invece siamo tutti un po’ isolati, la musica non ha la stessa valenza e non mi affascina più. Tutti cercano un po’ di fare la stessa cosa, non c’è più molta creatività e nemmeno il tentativo di fare cose belle e particolari".