Esplosione di musica, la magica notte di Vasco ha riscaldato tutti e ha gridato un immenso no alla guerra
Grandi emozioni fino a mezzanotte alla Music Arena, due ore e mezzo di canzoni, dall'ultimo album ai primi successi. Il Blasco lancia davanti a oltre 105 mila spettatori anche un accorato appello per lo stop della tragedia in Ucraina: lo accoglie l'ovazione del pubblico. "Tutte le guerre sono contro l'umanità, contro le donne, contro i bambini, contro gli anziani"
TRENTO. Vasco Rossi ha illuminato Trento, dalle 21.30 a mezzanotte, con l'attesissimo concerto che stasera ha accompagnato gli oltre 105 mila spettatori in un lungo viaggio, tra rock, funky e ballad.
Una serata liberatoria, tre anni dopo il precedente tour, dopo oltre 24 mesi di stop a causa delle misure anti-pandemia.
La data zero 2022 ha emozionato tutti per due ore e mezzo ed è stata anche un momento per lanciare un forte e chiaro "no alla guerra".
E lui, il Komandante, il sorriso sornione e scanzonato di sempre, l'andatura inconfondibile, il cappellino immancabile, non si è risparmiato: due ore e mezzo di rock - una pausa di dieci minuti per rifiatare - e una trentina di canzoni in puro stile Vasco che hanno fatto dimenticare le ore di attesa passate sotto al sole cocente, i malori, il traffico che ha mandato in tilt mezza Trento e che ha costretto a far slittare il concerto di 30 minuti per permettere a tutti di entrare (ma dopo un'altra mezz'ora c'era ancora gente che a piedi cercava di raggiungere l'immenso pratone).
"Fuck the war. Fanculo la guerra" ed è ovazione del pubblico. "Dopo il covid doveva arrivare anche la guerra", ha urlato Vasco, alla fine di Sballi ravvicinati del terzo tipo (quando sul palco arriva anche al basso il Gallo, Claudio Golinelli) ribadendo la sua posizione chiara.
"Noi siamo contro la guerra, contro tutte le guerre, perché tutte le guerre sono contro la civiltà. Tutte le guerre sono contro l'umanità, contro le donne, contro i bambini, contro gli anziani", ha detto Vasco.
E suggerisce la sua "ricetta": "La musica contro la guerra. Pace, amore e musica. Noi vogliamo la pace, l'amore e la musica. Dove c'è la musica non c'è la guerra".
“C’è chi dice no” e poi “Gli spari sopra”, in solidarietà con chi sta soffrendo per una guerra che un senso non ce l’ha proprio (mentre una gigantesca piovra tentacolare appare sugli enormi schermi alle sue spalle).
Accolto dal calore degli oltre 105 mila fan giunti in Trentino da molte zone d'Italia (i ritardatari, causa code in autostrada, arrivavano anche bel dopo le 22), Vasco ha proposto gran parte del nuovo album “Siamo qui”, dall'apertura con “XI comandamento” al brano che dà il titolo all'opera.
La musica dal gigantesco palco trentino (90 metri di lunghezza per 28 di altezza) risuonava in tutta la valle e oltre.
Sul palco un Vasco parso in gran forma, con i suoi 70 anni festeggiati a febbraio, nonostante i tre anni di stop e l'emozione che ogni tanto ha fatto capolino tra i vecchi successi (anche quelli ripescati direttamente dagli anni Ottanta)
Accompagnato da una band di undici elementi, il rocker ha sottolineato la vena funky, grazie alla novità di una sezione di fiati che ha arricchito l'ambiance sonoro. In un continuo gioco di luci e schermi, con un impianto audio da 750 mila watt che risuonava nella valle dell'Adige.
Stasera Vasco ha cambiato il testo di Delusa, sostituendo il nome di Boncompagni del testo originale (che faceva riferimento alle ragazze di Non è la Rai) con quello dell'ex premier: "Quel Berlusconi là, secondo me...".
Boati continui, naturalmente, per i 105 mila come quando intona “La pioggia alla domenica” nella versione originale (quella con Marracash è sulle piattaforme digitali per Save the Children) o ancora “L’amore l’amore”.
Applausi e urla anche per “Se ti potessi dire” (2020) e “Una canzone d’amore buttata via” (2021), entrambe mai eseguite dal vivo.
E c'è un messaggio di affetto per il grande popolo di Vasco: "Il loro entusiasmo è la mia benzina", recita una scritta durante "Senza parole".
Ma c'è spazio anche per la storia. Quella incredibile del mito Vasco Rossi. Gli anni Ottanta dell'esplosione in Italia di questo straordinario fenomeno.
Ecco l'ironica “Amore aiuto”, 1982, mai cantata dal vivo prima di questa sera a Trento, tratta dal celebre Lp “Vado al massimo”, che quest'anno, dunque, compie 40 anni.
Risuona sul palco anche “Ti taglio la gola”, brano cult molto amato (da “Cosa succede in città”, 1985).
E poi “Muoviti” (da “Liberi Liberi”), “Toffee” con assolo di sax, che richiama l’originale di “Cosa succede in città” e “Anima fragile”, mentre sugli schermi scorre un video in 3D.
Ma non mancano le struggenti ballate, le note profonde di malinconia firmate Blasco: “Un senso”, “Stupendo”, “Siamo soli”, “Senza parole”. Note accompagnate da una clip del regista live Pepsy Romanoff: si vede il libro “La versione di Vasco” che brucia in reverse, cioè si ricompone dalla cenere "perché le parole rimangono".
Nella progressione cronologia è a questo punto che irrompen il no alla guerra con “Tu ce l’hai con me”, “C’è chi dice no” e “Gli spari sopra”, mentre appare una gigantesca piovra tentacolare.
Il gran finale è di nuovo per l'album appena uscito: risuona “Siamo qui”.
Ma il concerto, ovviamente, va avanti, fra applausi e abbracci a distanza.
Comincia la vera parte conclusiva, in un'atmosfera che si fa più raccolta, intima.
Come nelle note della toccante “Toffee”: siamo ora in una dimensione quasi da unplugged.
Poi sui megaschermi le immagini di cinque donne di cinque nazionalità diverse: Vasco intona “Sally”.
E per l'apoteosi finale, con il palco incandescente, ecco le mitiche “Siamo solo noi”, “Vita spericolata”, “Canzone” e l'immancabile chiusura con la bellissima “Albachiara”.
È uno dei momenti di massimo calore, per una serata che ha offerto al pubblico anche sonorità inedite, grazie all'inserimento di congas e timbales, per un clima afro negli arrangiamenti.
Alla fine ovazioni per tutti, per Vasco e per i suoi: Stef Burns (chitarra), Vince Pastano: (chitarra, Cori, direttore musicale), Andrea Torresani (basso), Alberto Rocchetti (tastiere, piano, cori), Frank Nemola (cori, tastiere, programmazione), Matt Laug (batteria), Beatrice Antolini (percussioni, tastiere, cori), Andrea Ferrario (sax), Tiziano Bianchi (Tromba), Roberto Solimando (trombone) e la guest star Claudio Golinelli (basso).
È tarda notte e il popolo del Blasco si è riscaldato con ore di musica, indimenticabili. Ore che hanno riaperto una stagione vitale, dopo il tunnel cupo della pandemia.