La Zanzara, la trasmissione più irriverente di Radio 24 ha acceso la platea dell'Auditorium
Ieri sera, 3 giugno, al Festival dell'economia grande pubblico al Santa Chiara per l'incontro tra i fan e i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo, spalleggiati da Mario Adinolfi, per raccontare il più "folle" programma radiofonico d'Italia
TRENTO. È stata quasi una serata allo stadio, quella con i conduttori de La Zanzara. Tantissimi i fan del programma di Radio24 che sono accorsi ieri sera, 3 giugno, alle 22, all'Auditorium Santa Chiara, per conoscere dal vivo i loro idoli: Giuseppe Cruciani e David Parenzo, irriverenti, “casinisti”, abili a giocare un esilarante gioco delle parti e – come più volte viene loro confessato dal pubblico – “a far sentire meno soli”.
Un appuntamento di revival di vecchi momenti della trasmissione, di ospiti, ma soprattutto di interazione sincera e libera tra chi sta davanti al microfono e chi li ascolta, che ha dato spazio – in puro stile La Zanzara – a ovazioni, tifi, standing ovation e, qua e là, a qualche fischio e qualche dura replica. Perché “la libertà di espressione prima di tutto” come ha più volte sottolineato Cruciani.
È un pubblico tra i più eterogenei, quello dei fedeli de La Zanzara: un partèrre che va dalla Generazione Z ai Baby Boomer e che, come sottolinea Giuseppe Cruciani, “fa vite completamente diverse, mestieri completamente diversi”.
Del resto poco c’è di più eterogeneo dello stesso programma radiofonico , col risultato che anche l’intervento al Festival dell’Economia di Trento, si rivela un enorme calderone di momenti seri e profondi e di “carrambate” esilaranti. C’è allora il reporter dal fronte del Donbass che racconta la sua personale esperienza degli ultimi mesi tra le bombe e i problemi della figlia adolescente, ma c’è anche il gruppo di portavoce della convinta resurrezione della Repubblica Veneta Indipendente. Una miscellanea che gioca sul libero confronto delle voci: “Noi non ospitiamo follie, come spesso ci viene rimproverato – commenta infatti Cruciani – ma opinioni, talvolta, o forse spesso, estreme”.
Così come libere, del resto, sono le voci di fan accorsi, a cui viene concesso di interagire, partecipare, in un botta e risposta continuo, fatto sì di complimenti, ma anche di commenti gridati a gran voce, di ovazioni, di fischi, di coretti da stadio.
Manifestazioni che non si placano nemmeno alla presenza di Fabio Tamburini, direttore de Il Sole 24 Ore e di Radio24, costretto, suo malgrado, ad ammettere che se La Zanzara ancora esiste e viene trasmessa, è proprio per e grazie a quella folla festante e urlante.
Ma com’è accaduto che un programma tutto sommato “normale” diventasse un fenomeno di caos, di sfoghi, di confronti di voci tra le più assurde del nostro Paese?
A ripercorrere la storia, in compagnia di Mario Adinolfi, gli stessi Cruciani e Parenzo: “Il cambio di passo c’è stato nel 2013, con il caso Barilla. Guido Barilla, da noi intervistato, disse infatti che non avrebbe mai fatto uno spot pubblicitario con una famiglia non-tradizionale, omosessuale, e questo scatenò attorno all’azienda un vero putiferio, comportando anche un calo di fatturato. Da allora La Zanzara fu vista come il male assoluto”.
A ciò si aggiunsero alcune complicanze legate a “scherzi, come la vicenda Carminati, in cui utilizzavamo brevi spezzoni di un’intercettazione per chiamare persone famose. Per le conseguenze di alcuni di quegli scherzi, si è deciso di farne una trasmissione senza ospiti, o meglio, senza ospiti celebri, ma con ospiti particolari”.
Di qui la carrellata di “fenomeni” che li ha resi celebri negli ultimi anni: “Cruciani - commenta Parenzo - ha il talento di sentire il clima dell’Italia e di cavalcarne il caos. Il resto siamo noi, il nostro personale, come stiamo e cosa proviamo, compreso il rapporto di amore-odio tra noi, comprese molte delle mie sfuriate di rabbia”.