"I segni sull’acqua", Roberto Carvelli esplora la vita e il lavoro: sfruttamento, dolore e voglia di riscatto
Lo scrittore romano accompagna il lettore in un mondo di alienazione e gerarchie spietate, un mondo in cui la guerra di classe è già stata persa: in questo paesaggio umano, economico e sociale desolante, l’unico protagonista del racconto è alla disperata ricerca di se stesso e di un luogo da chiamare casa
TRENTO. "Viviamo in un villaggio di uomini. Più che in un villaggio, viviamo in una landa di terra desolata e zolle di case su una pianura a perdita d’occhio. Una terra che, anni e anni fa, è stata palude e ora è la traccia piana di una bonifica, il segno permanente di un paesaggio modificato".
Un passaggio che rende le atmosfere segrete e dense del nuovo romanzo del prolifico autore romano Roberto Carvelli, I segni sull’acqua.
Pagine che accompagnano il lettore in una dimensione onirica e surreale: il rapporto tra identità, sfruttamento del territorio e lavoro sono amalgamati assieme a un tono di voce quasi fiabesco.
Un libro, come spiega la casa editrice romana D Editore, ambientato in un mondo in cui la guerra di classe è già stata persa, e in cui l’unico protagonista è alla disperata ricerca di sé stesso e di un luogo da chiamare casa...
I segni sull’acqua è un romanzo atipico, scritto da una penna capace ed educata come quella di Roberto Carvelli, già firma delle pagine culturali anche dell'Adige.
Il protagonista, un uomo senza nome e senza identità, incapace di ricordarsi il suo passato, vive in un eterno presente, vittima del caporalato dell’industria tipografica.
Non sappiamo molto anche del luogo in cui è ambientato il libro: il terreno è paludoso, l’orografia estremamente pianeggiante. Po tremmo essere in Veneto, come nel basso Lazio, entrambi luoghi segnati dalla piaga dei caporali.
L'incontro del lettore con questo luogo misterioso eppure così ben descritto avviene fin dalle prime pagine: "Orizzontalità, odore di un mare – qualcuno di noi lo avrà visto mai? qualcuno di noi si sarà allontanato da casa per cercarlo? – non lontano, annunciato dentro un vento leggero dalla salsedine. Certe mattine nessun odore, nessun segno di vita, neppure le ali dei gabbiani di passo. Fossati e brevi ponti su di un’acqua salmastra che scorre poco, come se canali ordinati imbrigliassero una distesa un tempo sterminata. Certe sere un airone cenerino si posa sul canalone e pesca col suo becco lungo e la S scritta in corsivo dal suo collo. Il cielo a volte bianco, a volte blu scuro, azzurro, rosso, altre volte tutto giallo di sole e iridescente. Altre volte pioggia negli occhi e allora gli occhi alla volta celeste vedono il rovescio nebulizzato a gocce dell’acqua dei canali".
Un incidente automobilistico sarà la causa della morte di un'intera squadra di lavoratori a chiamata. Da questo incidente, si salverà unicamente il protagonista. Sarà proprio l’incidente a innescare la serie di eventi che spingeranno il le ore a interrogarsi sul senso dell’identità, delle relazioni, della stessa natura umana.
Insomma, la nostra identità è sottomessa al ruolo lavorativo, la classe sociale di appartenenza pone confini invalicabili alla conoscenza del mondo. Il nostro passato viene completamente rimosso dal flusso dei nostri pensieri e il futuro non è pensabile.
In questa realtà, la morte di un'intera squadra di lavoratori a chiamata, impiegati come correttori di bozze, diventa un grido. L'unico sopravvissuto, un uomo senza nome, privato della sua identità di lavoratore, tenta di ridefinire il mondo che abita in una sorta di nuova genesi di sé stesso e della realtà.
Nel corso della sua ricerca spirituale sarà l'incontro con una donna che gli permetterà di trovare un nuovo equilibrio e la forza di ricordare ciò che aveva dimenticato, incluso un futuro nuovamente pensabile e immaginabile.
Carvelli ci pone brutalmente di fronte a un mondo in cui l'alienazione delle relazioni è alla base dei rapporti umani. Il nostro corpo è una concatenazione di traumi, di ferite di cui non ricordiamo nulla, di contusioni ordinarie determinate da una concatenazione di fattori.
Scrittore e giornalista, Roberto Carvelli è autore di narrativa, saggistica e poesia.
Vive a Roma dove è nato nel 1968. Alla sua città ha dedicato diversi libri tra cui il grande successo longseller di Perdersi a Roma. Guida insolita e sentimentale (Edizioni Interculturali, 2004 - 3 ed., e Iacobelli, 2013 - 3). Ha scritto e diretto da un suo racconto il cortometraggio Dammi la mano e sorridi (2015) parte di un progetto di documentario familiare. Ha pubblicato, inoltre, Il piccolo libro delle invettive (Fahrenheit 451, 2017), un saggio sul camminare (La gioia del vagare senza meta. Piccolo eserciziario della flânerie, Ediciclo, 2018) e un curioso memoir saggio sull'infanzia di un luogo e in un luogo (Fùcino. Acqua terra infanzia, il Sirente, 2018). Da ricordare anche il romanzo d'esordio, Bebo e altri ribelli. La rivoluzione spiegata alle commesse, edito nel 2002 da Nonluoghi Libere Edizioni, nel quale raccontando le gesta di un gruppo di compagni, tracciava già un'analisi spietata dei meccanismi sociali di dominio e sfruttamento che riemergono chiaramente in questo nuovo lavoro I segni sull’acqua.