"Serve gentilezza verso la natura": Cristiano Godano racconta "Karma Clima", il live dei Marlene Kuntz attesi a Trento
Oggi, sabato, il dialogo col pubblico sull'importanza del fare memoria e cittadinanza attiva. Il concerto domani, 22 gennaio, sempre all'Auditorium Santa Chiara: «Noi crediamo che si possa e si debba partire dal micro sia in termini quantitativi (piccole realtà anche di montagna) sia esistenziali e relazionali»
TRENTO. Ha le forme di una suite musicale in tre tempi, come ci racconta in questa intervista Cristiano Godano, il live che i Marlene Kuntz proporranno a Trento il 22 gennaio (Auditorium, ore 18) nell’ambito di Living Memory, il Festival della Memoria. Il tour della rock band piemontese si lega al nuovo disco “Karma Clima” un album sul cambiamento climatico, per un progetto in continua evoluzione che ha portato la band da ottobre 2021 in tutta Italia, alla ricerca di quelle realtà che sono un modello in materia di eco sostenibilità e in nome del dovere etico di creare un senso di responsabilità verso il mondo che abitiamo.
Oltre al concerto, oggi, sabato 21 gennaio alle 19 nel foyer dell'Auditorium, la band sarà protagonista di un momento di confronto e scambio con il pubblico sull'importanza del fare memoria e cittadinanza attiva.
Godano, lo scorso 2 maggio avete svelato nell’ambito del 70 Trento Film Festival i contorni di Karma Clima, un disco allora in una fase embrionale.
«Sì al Muse avevamo fatto un’improvvisazione a tutti gli effetti: è stato molto affascinante, il Muse già lo è di suo, lo spazio era indicato per questo approccio e per questa atmosfera. Da lì in poi abbiamo avuto altre possibilità di suonare in quelle che noi chiamiamo “Karma Clima experience”, in luoghi immersi nella natura. Noi Marlene pensiamo che si possa essere virtuosi, non so se ciò possa aiutare a risolvere un problema enorme come quello del clima ma magari almeno ad essere gentili nei confronti della natura. Crediamo che si possa e si debba partire dal micro sia in termini quantitativi (piccole realtà anche di montagna) sia esistenziali e relazionali».
Si può quindi parlare di un concept album?
«Certo perchè nei vari brani svisceriamo il tema da un punto di vista puramente poetico. Il disco non è solo una lunga lista di accuse o banale retorica ma tentiamo di descrivere il mondo nella sua bellezza e nelle sue difficoltà».
Da punta di vista sonoro che disco è?
«È un lavoro sperimentale a tutti gli effetti, così non avevamo ancora suonato. Privilegiamo l’elettronica, il pianoforte e le tastiere rispetto alle chitarre che sono da sempre stati il nostro tipico sound. Nella nostra evoluzione abbiamo sempre avuto il desiderio di non rimanere affossati in quel contesto e in questo lavoro siamo partiti fin da subito dalle tastiere, abbiamo appoggiato le mani in orizzontale e non in verticale».
Fra i nove brani c’è “Laica preghiera” con la featuring di Elisa.
«È una canzone di cui sono particolarmente orgoglioso, adoro i pezzi intensi e potenti ma allo stesso tempo sontuosamente melodici. Mi piacciono i duetti, l’ho pensata così fin da subito. Non volevamo fare un featuring per andare nelle playlist, anche se male non fa, ma noi privilegiamo sempre una visione artistica a quella opportunistica. Quando abbiamo pensato a chi poterlo proporre il nome di Elisa ha messo d’accordo tutti».
Nel pezzo “La fuga” prendete di mira social network inquinati e inquinanti.
«Io vivo i social con estremo fastidio perché siamo imbrigliati lì dentro. Gli algoritmi non ti lasciano andare da nessuna parte, se vuoi comunicare davvero devi impiegare dei soldi, quindi la gratuità dei social è solo un contentino, non un valore positivo. Credo che tutti noi non siamo utenti della rete come ci piace sperare ma siamo gli operai perchè forniamo dati a chi si arricchisce».
Che live sarà?
«Spero sia un bel viaggio con una serie di emozioni ben precise. Ogni elemento di questa suite ha una sua peculiarità che lo differenzia dagli altri. Alla fine della serata uno ha ascoltato tre cose che stanno bene insieme ma sono diverse una dall’altra».