"Arlecchino muto per spavento" in scena al Sociale di Trento fino a domenica
In occasione del Carnevale, il cartellone del centro Santa Chiara propone un nuovo spettacolo all’insegna del divertimento e di un grande omaggio alla commedia dell’arte: sul palco Stivalaccio Teatro in scena. Oggi pomeriggio, venerdì, incontro con gli attori in dialogo con Luca Morlino
TRENTO. In occasione del Carnevale, la Stagione del Teatro Sociale programmata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara propone un nuovo spettacolo all’insegna del divertimento nel segno grande omaggio alla Commedia dell’Arte e all’abilità tutta italiana del fare di necessità virtù. Le forme sono quelle di “Arlecchino muto per spavento” lo spettacolo di Stivalaccio Teatro in scena, dopo la prima di ieri sera, oggi, venerdì 17 gennaio alle 20.30, domani alle 18 e domenica alle 16.
“Arlecchino muto per spavento” è ispirato all’“Arlequin muet par crainte” di Luigi Riccoboni ed è uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700, qui riproposto per la prima volta in epoca moderna. Lo spettacolo è prodotto da Stivalaccio Teatro, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto e Teatro Stabile di Verona, con il soggetto originale e la regia di Marco Zoppello, giovane ed emergente attore, autore e regista, nonché fondatore della Stivalaccio Teatro, compagnia vicentina che si occupa di teatro popolare e commedia dell’arte. La trama è quella “classica” della Commedia dell’Arte, con un amore contrastato e i lazzi e le improvvisazioni lasciate ai personaggi e alle maschere che portano in scena. Stivalaccio Teatro ha deciso di portare in scena nove attori su di un canovaccio inedito, poggiandosi sull’arte attorale e quindi sugli strumenti propri del commediante dell’arte: la recitazione, il canto, la danza, il combattimento scenico, i lazzi e l’improvvisazione.
“Scegliere Arlecchino oggi – sottolineano le note di regia - significa, per la compagnia vicentina che ha fatto del teatro popolare la propria bandiera, ritrovare il pubblico dopo un periodo di forzato distacco, di terribile crisi umana e sociale. Un po’ ripercorrendo le orme di quel tanto amato spettacolo in maschera con il quale il maestro Strehler decise di inaugurare il proprio teatro, in quell’Italia da ricostruire del 1947. Arlecchino muto per spavento è uno spettacolo dove gioco, invenzione, amore, paura e dramma si mescolano tra le smorfie inamovibili delle maschere. Dove gli intrecci si ingarbugliano sull’equivoco e lentamente si dipanano tra le dita dei personaggi. Ma se queste esili trame, se questo mondo surreale e fantastico, eco lontano di uno splendore teatrale italiano, eclettico equilibrismo sul filo della storia e della tradizione, se queste eteree figure permetteranno di abbandonarsi ad una gioia senza peso e senza tempo, forse in quel preciso istante si potrà ritrovare un briciolo di poesia.
Da ricordare che per approfondimenti con i protagonisti oggi, venerdì 17 febbraio alle 17.30 in Sala Chiusole (Palazzo Festi - Teatro Sociale) il prof. Luca Morlino, professore di filologia romanza all’Università di Trento, dialogherà con il cast dello spettacolo.