Una magistrale «Missa Sancti Vigilii» ammalia il Duomo che ritrova se stesso
Venerdì sera, 3 marzo, la prima esecuzione assoluta per celebrare il restauro della cattedrale di Trento: il concerto di musica sacra ha ripristinato un’antica tradizione nella città dello storico Concilio e in abbinata a quello di San Petronio a Bologna
CERIMONIA Il Duomo riapre le porte dopo il lungo restauro
IL VIDEO Si è concluso il restauro: ecco come appare il Duomo
SCOPERTA Il restauro svela un prezioso affresco del Trecento
TRENTO. Il Duomo di Trento si è riempito completamente per la prima esecuzione assoluta della “Missa Sancti Vigilii”, musicata dal compositore Marco Taralli su testi dello scrittore Pino Loperfido in onore della cattedrale trentina, il cui restauro si è concluso nel dicembre scorso.
Le lavorazioni hanno restituito alla comunità 200 metri quadrati di superfici affrescate, oltre a completare un importante consolidamento lapideo e statico; mons. Lodovico Maule, Decano del Capitolo della Cattedrale, ne sottolineava il valore introducendo la serata. L’evento è stato promosso dall’Associazione “Messa in Musica” di Bologna, dall’Arcidiocesi di Trento e dall’Associazione “Euritmus”.
«Siamo attivi da 10 anni, per riportare l’ascolto della musica sacra durante la celebrazione ripristinando una tradizione antica - dice Annalisa Lubich, presidente dell’associazione bolognese - è un’esperienza di grande successo: con la rassegna «Avvento in Musica» abbiamo fatto eseguire 30 opere in nove anni. Da qui è nata l’idea di commissionare una partitura originale al m° Taralli, autore sensibile all’esigenza di una nuova spiritualità, così è nato «Cantus Bononiae», dedicato a S. Petronio ed eseguito nel 2021 con l’Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna durante la messa celebrata dal cardinale Matteo Zuppi».
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«La seconda tappa non poteva essere che Trento, per il filo che lega le due città, il Concilio. Nella «Missa Sancti Vigilii», dedicata al patrono della città, la musicalità si sposa con i versi di Pino Loperfido in maniera magistrale». La composizione veniva eseguita in forma di concerto, poiché in tempo di Quaresima sono interdette le celebrazioni solenni; oltre ad Annalisa Lubich erano presenti il sindaco di Trento Franco Ianeselli, l’assessore provinciale Mirko Bisesti e Giorgio Fracalossi, presidente della Cassa di Trento che ha sostenuto il restauro, mentre l’arcivescovo mons. Lauro Tisi non vi ha potuto partecipare, impegnato nella Conferenza Episcopale del Triveneto.
Pur non mancando di vigore e di espressività, la musica di Marco Taralli si dipana sotto il segno delle consonanze piuttosto che delle stridenti combinazioni che caratterizzano molti autori attuali e del Novecento; la sua è una partitura complessa, per un organico esteso, che veniva svolta con bravura dall’Orchestra delle Alpi (fondata da Euritmus), dal Coro Voci Bianche della Scuola musicale “C. Eccher” della Val di Sole, dal Coro Filarmonico Trentino e dal Coro della Sat, oltre che dai solisti Veronica Simeoni e Simone Alberghini, il tutto diretto da Jordi Bernácer, che ha dimostrato grande capacità di coordinamento e valide doti interpretative.
«Un’esperienza straordinaria, con il colore delle voci bianche accanto a quello del nostro coro e ai colori, ancora differenti, del Coro della Sat e dell’orchestra» dice Sandro Filippi, direttore del Coro Filarmonico Trentino. Mauro Pedrotti, direttore del Coro della Sat, aggiunge: «Una bella occasione per la nostra vocalità; la scrittura del m° Taralli ha saputo cogliere lo spirito del canto di montagna nel brano scritto per noi, suggestivo e non particolarmente difficoltoso».
Una gran bella soddisfazione anche per Marcella Endrizzi, direttrice delle voci bianche solandre; da parte sua Pino Loperfido dice «Non mi aspettavo un simile successo, sono un po’ frastornato», mentre Marco Taralli dichiara: «Una grandissima soddisfazione, un’esecuzione magistrale. Inoltre, la chiesa piena di gente ha coronato il nostro desiderio di arrivare al cuore di chi ascolta».