Yusuf canta Cat Stevens, mentre arriva il nuovo album "King of a Land"
Le note sfidano il tempo nel concerto del celebre cantautore britannico che si è tenuto nella Cavea dell'Auditorium Parco della musica di Roma: una pagina di storia
ROMA. Si parte subito dagli anni Settanta con The Wind e Moonshadow e al pubblico è chiaro che con Yusuf sul palco ci sarà anche Cat Stevens, oramai alla soglia dei 75 anni, ma con un carisma ed una voce che dagli anni hanno solo guadagnato.
L'occasione è il concerto del 18 giugno nella Cavea dell'Auditorium Parco della musica di Roma della tappa del suo tour che toccherà il Legends Slot del Glastonbury Festival oltre che Germania e Spagna.
La data ovviamente ha assunto i contorni di un evento, sia perché erano nove anni che l'artista non toccava il suolo italiano sia perché Yusuf/Cat Stevens ha appena pubblicato un nuovo album. Si chiama King of a Land (per BMG e Dark Horse Records), è il suo diciassettesimo album in studio, e soprattutto è il risultato di dieci anni di lavoro e di riflessione, come spiega più volte l'artista sul palco annunciando le nuove canzoni che porta in scena: da Higness a Pagan Run, da All rights, all days fino a Take the world apart che tengono assolutamente il passo con i suoi capolavori.
Grazie anche ad una band eccezionale composta dal direttore musicale Kwame Yeboah alla batteria e ai tasti, Luke Smith ai tasti, Stefan Fuhr al basso e Lucas Imbiriba alla chitarra. Ma che siano canzoni vecchie o nuove la bellezza di questo concerto è che dimostra come il suo viaggio artistico sia portatore di una stessa filosofia che ha messo in pratica nella musica e nella vita. È un atto d'amore privato, con I love my dogs per il suo cane ad esempio, o con la sua interpretazione di Herd Headed Woman che dedica alla moglie ed insieme omaggia Elvis Presley.
Tanti gli omaggi agli artisti che hanno segnato la sua storia, del resto, da Nina Simone fino ai Beatles con Here comes the sun o ancora John Lennon e Paul McCartney con una splendida All you need is love con cui conclude la serata segnando in due parole il suo manifesto d'amore.
Indietro ancora negli anni Settanta con Tea for the Tillerman, o la meravigliosa Morning is broken e ancora brani che hanno lasciato il segno nella storia come Wild World, Father and Son, Peace Train. Yusuf non teme il confronto con il se stesso del passato e spesso scorrono alle sue spalle sue immagini da giovane e persino la voce in un duetto che attraversa il tempo, un tempo che evidentemente è stato di crescita e di serenità per questo artista che sfoggia un sorriso placido per tutto il concerto e parla di ambientalismo, di guerra e di pace, di capitalismo e molto altro con le immagini di un bellissimo cartone animato - le illustrazioni anche in libretto nel nuovo album sono di Peter Reynolds - che scorrono alle sue spalle. Ed il finale è sempre positivo dopo sei decenni di lavoro, cento milioni di album venduti, una discussa conversione all'Islam, ma una mai esautira ricerca della spiritualità.
Una continuità che lui stesso ha sottolineato presentando il nuovo album: "Guardando al percorso frastagliato della mia musica, iniziato negli anni '60, direi che questo nuovo disco è un mosaico. Una descrizione molto chiara di dove sono stato e di chi sono", ha detto. E lo mette anche in pratica perché dagli anni '70 Yusuf Cat Stevens ha lavorato direttamente nel campo degli aiuti umanitari e dell'istruzione. Raccoglie fondi e sostiene le vittime di disastri sia naturali che causati dall'uomo attraverso la sua fondazione globale Peace Train, con la sua missione di nutrire gli affamati e diffondere la pace.