Dido Fontana e i figli dei Re Magi: la "scandalosa" mostra a Rovereto all’ex chiesa di Sant’Osvaldo
Sei giganteschi ritratti a illustrare una corte di «debosciati, protégés, fra latex e galline ovaiole»: da sabato, per tre giorni, con dj party di inaugurazione
ROVERETO. Una mostra che dura solo tre giorni, di argomento apparentemente sacro, allestita in una chiesa sconsacrata, ma che inizia sabato 16 dicembre con un vero party con dj e affidata ad un artista seriamente trasgressivo. Si tratta di "When you need to impress a girl but you only have six portraits - I Principi Magi di Dido Fontana" (traduzione: quando devi fare colpo su una ragazza ma hai solo sei ritratti).
I ritratti sono appunto di sei "Principi Magi", che poi sarebbero i figli dei Re Magi: mentre Gaspare, Melchiorre e Baldassare sono impegnati in Cielo, che cosa fanno i loro figli lasciati a casa? E' intrigante per molti motivi l'esposizione nel weekend lungo: 16-17-18 dicembre 2023 ore 11-19 alla Chiesa di Sant'Osvaldo, in via Santa Maria 10, a Rovereto. Da tempo un luogo che fa germinare il contemporanea più autentico e perturbante, vera punta di diamante nel panorama dell'arte trentina.
Dido Fontana, fotografo di fama internazionale, vive a Borgo Valsugana, già contributor di Playboy - celebra il Natale portando in offerta nella chiesetta una masnada di protégés debosciati, invero figli dei Re Magi, quest'ultimi rapiti da una stella che sappiamo aver mantenuto la promessa. Zarathustra contempla dall'alto i loro destini, inerme: sprovveduti e indifesi, tra latex e galline ovaiole, i giovani prìncipi instaurano un nuovo, inconsapevolmente saggio governo per lande persiane desiderose di modernità. A organizzare il tutto è la 'O - Scuola di Sant'Osvaldo, laboratorio di sperimentazione artistica e creativa di Santa Maria Distretto. Fontana ha realizzato per quest'occasione un'installazione fotografica monumentale, che avvolge le pareti della chiesa in sei enormi ritratti allegorici potenti e ironici, e mette in tensione la tradizione del Natale catapultandola dentro agli scenari onirici e sovversivi della sua creatività. Le sei gigantografie si mettono in relazione con il famoso viaggio che popola gli immaginari di tutti i credenti e di ogni bambino che, diventando adulto, posizionerà in una dimensione di senso personale le suggestive e calde figure dei Magi: saggi conoscitori dell'astrologia, accompagnati da un'aura orientale fatta di ricche vesti, turbanti e gioielli. I tre si muovono in groppa e docili cammelli e portano doni conservati in scrigni preziosi dai nomi altisonanti: oro, incenso e mirra. Doni che evocano misteriosa bellezza e antica seduzione. I tre, però, nella chiesa di Sant'Osvaldo diventano sei. Ognuno di loro porta un dono, un sapere. Ma non è più chiaro se essi siano i sapienti Magi oppure i dispettosi figli dei tre Re, prìncipi ai quali i padri hanno lasciato il compito di governare il regno durante la loro assenza. I prìncipi sono forse il principio di un regno futuro. Ciascuno di essi incarna energie e saggezze diverse da quelle dei padri, inseguendo i princìpi personali. Come siano rappresentati, è ancora top secret.
Ma Fontana ci spiega che ciascuno di essi porta un dono nuovo, capriccioso, seducente e prezioso. Il primo di questi Principi è mamma-terra, una giovane donna chiamata Creatrice. Porta in dono la vita. Il secondo Principe, passionario e disincantato, è noto come Sacrificio. Porta in dono sé stesso. Il terzo Principe è una donna luna, porta in dono le forze selvagge della Natura, la parte ancestrale, oscura e genuina dell'uomo, dove trova pace l'ostinazione delle domande. Il quarto Principe, sensuale e affascinante, porta in dono la musica e l'argento prezioso. Il quinto Principe è a tutti noto come Santo Bevitore, porta in dono una garbata leggerezza. L'ultimo principio, chiamato Vanitas, è profondo e riflessivo. Porta in dono una piccola e intensa riflessione sul senso della vita. Sei Principi, ognuno dei quali è un principio, inteso sia come inizio che come fondamento o convinzione, abitano provvisoriamente gli spazi della chiesetta. Un'immersione su grande scala dentro ad una nuova identità, anzi dentro a sei personalità nuovissime, cariche di desideri, conflitti e verità, umanissime e giocosamente impertinenti. In mostra anche Temporary Portrait una serie di video-ritratti ambientati da un minuto circa, dove il tempo istantaneo dello scatto viene qui dilatato e permette di conoscere i pensieri che attraversano le persone in non-posa davanti all'obiettivo.
Si tratta di pensieri liberi, sciolti e casuali, come non lineare è la scelta dei soggetti. L'umanità intercettata da Dido restituisce anche questa volta la poesia di artisti, borghesi, modelli, trans, bigliettai, manager, saltimbanchi, ballerine, nani e donne cannone come in un guazzabuglio di felliniana memoria. Nella serata di sabato 16 dicembre a partire dalle 18, la deejay (Berlin based) Barbara Bo invitata da Circolo 204, porterà principi e avventori dentro agli ambienti sonori della sua musica house, mentre sarà possibile degustare i vini offerti da Cà del Garda, insieme agli assaggi proposti da MiColtivo, progetto di agricoltura sociale di recente approdato nel quartiere Santa Maria.