Alla Boccanera Gallery la mostra di Andrea Fontanari, il giovane artista che pensa (e dipinge) in grande
Il pittore di Pergine, ormai noto a livello internazionale, porta i suoi nuovi lavori: giganteschi o piccoli, ma allestiti in uno spazio di «stanze» curate da Giorgia Lucchi e Mariano Pichler
TRENTO. Potete andare a vedere una mostra di quadri. Oppure potete immergervi nella Pittura. Con la P maiuscola. La pittura è quella del giovane artista perginese Andrea Fontanari, che da sabato 2 marzo, presenta una grande mostra personale curata dalla Boccanera Gallery. Una grande mostra che è anche una mostra di grandi quadri. Ma anche – è una delle novità – per la prima volta anche piccoli formati.
L’esposizione (in via Alto Adige 176, opening dalle ore 18, fino a metà maggio) si intitola The monumental ordinary, Ovvero “L’ordinario monumentale” e per cominciare avrà un allestimento particolare: è stato coinvolto l’architetto Mariano Pichler per dare concretezza alla singolare idea della gallerista Giorgia Lucchi Boccanera, e quindi assieme hanno progettato un allestimento originale quanto insolito, del tutto inedito all’interno dello spazio della sua galleria.
La sistemazione dell’area espositiva è caratterizzata dalla giustapposizione di grandi dipinti su tela che formano delle architetture semichiuse interagenti con l’ambiente, percorribili e fruibili da diversi punti di vista.
Perché monumentale? E Perché ordinario? Fontanari ci spiega che spesso le sue opere nascono dall’osservazione di oggetti di uso quotidiano. Ecco quindi giganteschi fiori, dettagli di un telefono, la toilette di un autogrill… soggetti e oggetti rappresentati sono tratti dalla quotidianità dell’artista e da quella altrui, questi vengono in seguito riportati su tela, spettacolarizzati e nobilitati a protagonisti assoluti della scena.
“The monumental ordinary – dice Fontanari - raccoglie lavori di grandi e piccole dimensioni, installati in maniera inusuale creando così degli spazi percorribili; un modo per enfatizzare ciò che rappresento nei dipinti in termini di pubblico rispetto a privato, di intimità reale rispetto a intimità performata e del nostro desiderio collettivo di seguire ed essere parte dei momenti intimi degli altri. Per me si tratta di aiutare lo spettatore a entrare in empatia con il soggetto e a pensare a come ci si sente ad essere il soggetto/oggetto. Qual è la nostra parte in questo? Cosa ne ricaviamo? Cosa significa la nostra partecipazione? Amo la storia della pittura, ma più di tutto amo dipingere la mia vita e ciò che mi circonda, volevo farlo in un modo che fosse consapevole di sé e rendesse consapevole di sé lo spettatore”.
Il risultato è spettacolare: se Fontanari aveva già mostrato i segni della sua grandezza (il segno pittorico unico, il punto di vista originale, la mancanza di soggezione con i grandissimi formati, la forza della sua tavolozza), in questa esposizione dimostra di aver raggiunto una maturità piena, avendo acquisito una consapevolezza di quello che è il suo alfabeto. E ritraendo oggetti comuni (attenzione: per la prima volta si cimenta anche in paesaggi) li trasfigura su un piano di immortalità significante.
I quadri di Fontanari sono una gioia per gli occhi. L’allestimento originale li esalta, regalando allo spettatore una prospettiva straniante ma anche rassicurante. Insomma: dovreste vederla.
Andrea Fontanari: The monumental ordinary: la monumentalizzazione dell’ordinario. A cura di Giorgia Lucchi Boccanera e Mariano Pichler. Alla Galleria Boccanera, via Alto Adige 176, Trento, dal 2 marzo all’11 maggio 2024.