Frankie Hi-nrg dal vivo a Pergine sabato 13 luglio: il primo disco 30 anni fa, e invece adesso...
Il rapper pugliese ci parla della sua lunga carriera e dello spettacolo che porta in scena: «Showcase», ovvero una «vetrina» sulla sua produzione
PERGINE. Sono passati più di trent’anni da quando un giovane rapper Frankie hi-nrg mc pubblicava il suo primo album “Verba manent”. Un debutto folgorante che era già stata anticipato da un singolo come “Fight da faida” che invitava ad alzare la testa contro gli abusi del potere e della mafia. Premessa necessaria questa per presentare "Showcase" il concerto di Francesco Di Gesù in arte Frankie hi-nrg mc in cartellone sabato 13 luglio nell'ultima serata di Pergine Spettacolo Aperto al Castello di Pergine.
Frankie hi-nrg mc, perché “Showcase” come titolo del suo live?
“Si chiama così perché vuole essere una vetrina nella quale vado a esporre grandi successi. Sarò accompagnato dal mio dj secondo la formula tipica dell’hip-hop “due giradischi e un microfono".
Qual è l’importanza che rivestono per lei i concerti?
“Lo spettacolo dal vivo è la forma di intrattenimento per eccellenza: una persona si mette davanti ad altre persone e le intrattiene. Secondo me continua ad essere energizzante e gratificante sia per chi si mette in gioco sul palco sia per chi è spettatore, che in questo caso è parte integrante della scena, del meccanismo che rende unico e magico l’accadere dei fatti sul palco, a differenza di quando si va al cinema, si ascolta un disco o si guarda la tv. E’ un po’ la questione del qui e ora”.
Era il 1993 quando usciva il suo album di debutto “Verba Manent”: quanto è distante lei dal musicista di allora?
“Sicuramente la crescita dell’individuo apporta una maturazione dell’espressione, un differente approccio ai temi ma anche alla relazione col pubblico che ora sento essere più matura, adesso ho un agio diverso nei confronti degli spettatori”.
Cosa è cambiato invece nella scena italiana rap dai primi anni novanta?
“E’ di sicuro cresciuta. Quando ho iniziato io il rap era una strana tendenza esotica, un fenomeno di nicchia. Oggi invece è considerato mainstream e le classifiche sono piene di pezzi che hanno il rap nel proprio dna anche se non necessariamente nella propria cultura”.
La sua musica ha fatto anche rima con impegno politico e sociale, da “Fight da faida” a “Quelli che benpensano”: crede sia importante anche oggi questa dimensione?
"Credo che l’esigenza di raccontare la società che ci circonda è tutt’ora qualcosa di fondamentale e pesante per me, anche se con formule un po’ diverse dal passato, meno aggressive. Nella fattispecie del mio lavoro è importante avere il polso della situazione, capire cosa sta succedendo in giro”.
Qual è il suo rapporto coi social?
“Li utilizzo senza esserne schiavo. Hanno una loro valenza che deve essere sempre pesata per quello che rappresentano, non devono sopraffare, non bisogna attribuirgli un peso specifico maggiore di quello che gli compete”.
Il suo ultimo album “Essere umani” risale a ben dieci anni fa: come mai questo silenzio discografico?
“Sono sempre molto attento al mio stato d’animo e bisogna averne uno specifico per fare un album: bisogna sentirne l’urgenza. In questo periodo ho la sensazione che nessuno senta l’esigenza di ascoltare un album di chiunque. Ha poco senso mettersi a lavorare a un album chiuso in uno studio per mesi, scegliendo dieci canzoni delle quali sarà solo una quella che girerà. Nessuno compra più il supporto fisico, non è più come una volta quando si sceglieva quale disco o cd comprare, lo si portava a casa e lo si ascoltava tutto”.
Ai suoi live è in vendita però un vinile particolare.
“Mi sono tolto lo sfizio a dieci anni di distanza dalla partecipazione al festival di Sanremo di stampare il 45 giri di “Pedala”, che è disponibile esclusivamente negli eventi live. E’ una tiratura limitata di 500 esemplari di cui ho curato io stesso la realizzazione delle copertine utilizzando l’intelligenza artificiale: ogni disco ha due varianti di copertine per soddisfare le brame dei collezionisti visto che la bellezza del 45 giri è di essere sottile come un foglio di carta e carino come un quadretto, quindi anche chi non ha un giradischi lo compra come un oggetto da esporre”.
Castello di Pergine, ore 20,45, sabato 13 luglio. Biglietti: 20 euro, su liveticket.it