Religione / Evento

Alle Gorghe di Meano per tre giorni un festival folk-vikingo-medievale dei seguaci trentini di Odino

Da venerdì pomeriggio «Haust Volk Fest», con rievocazioni, costumi, musica «nordica» con l’associazione trentina Il Tempio del Lupo che promuove il culto pagano «eteno e wolfsangista»

di Gigi Zoppello

TRENTO. Se nel fine settimana vi capitasse di passare dalle Gorghe di Vigo Meano – sopra Trento – e sentire dai boschi salire una invocazione a Odino «al creatore dei mondi, al cercatore di saggezza, Al pellegrino di Vird, al dio girovago, Gloria a chi porta felicità e dolore!», vuol dire che siete nel posto giusto per il «Haust Volk Fest». Una manifestazione a sfondo medieval-vikingo, ma anche un ritrovo dei cultori del paganesimo nordico, detto «Etenismo».

Cosa succederà? Per gli organizzatori – l’associazione “Il Tempio del Lupo” – è un evento di rievocazione alto-medievale che prenderà il via venerdì al Parco delle Gorghe e che si snoderà durante tutto il weekend con numerosi spettacoli ed attività didattiche per poi concludersi nella serata di domenica. Il programma – spiegano – è da subito molto ambizioso: «sarà allestito un campo storico gestito da due realtà rievocative di caratura nazionale e locale» dichiara l’organizzazione in una nota: «i Tyrslog di Roma che si occupano di rievocazione vichinga e Rus (i vichinghi del Volga) ed i trentini “Tridentum Farae” che da un anno si occupano di riportare allaluce attraverso la rievocazione e l’archeologia sperimentale la storia del Trentino durante l’epoca dei Longobardi».

«Molto attesi anche gli artisti musicali in programma –  dichiara l’organizzazione – avremo infatti la possibilità di sentire dal vivo le sonorità dei Ragnarök – Nordic e Viking Folk (folgaretani) e dello Skaldo “Svartálfar”, due artisti di primo piano nell’ambito della musica folk medievale in Italia ed in Europa. Ma ci sarà spazio anche per altre attività, sarà infatti ricco il programma di attività didattiche e ludiche sia dedicate ai più piccoli che agli adulti».

Si tratta di un appuntamento importante per «Il Tempio del Lupo», associazione che da anni opera in Trentino ed ha raggiunto qualche centinaio di adepti. I quali propugnano la riabilitazione del paganesimo «ingiustamente demonizzato». Perché «La storia del politeismo Nord-europeo spazia dall’età del bronzo attraverso quella vichinga, un lungo percorso in cui si svilupparono varianti locali tra i popoli germanici dell’Europa continentale, i paesi nordici e le isole britanniche» ed  «Il Tempio del Lupo, realtà esistente già da qualche anno a livello locale, ha infatti depositato il suo statuto. La comunità Etenista Italiana, è la prima in Trentino Alto Adige, ed è un’associazione e una realtà riconosciuta ufficialmente dallo Stato».

Per fare cosa? «Ci teniamo a portare avanti un nuovo corso della fede etena che sia improntata sulla capacità di esprimersi al meglio in questo millennio, evitando alcune vetustà che durante il ‘900 hanno portato taluni, in malafede, ad accostare il paganesimo al male, cosa assolutamente fasulla e denigrante nei confronti di una fede che, nel 2020, è doveroso che venga riconosciuta ed accettata da tutti».

Fra elmi con le corna, riti celto-pagani per i Solstizi e gli Equinozi, tuniche e pelli, gli adepti sul loro sito internet riportano i testi delle «invocazioni» a Odino. Rifacendosi ad un movimento mondiale.

Come spiega l’associazione: «Dalla fondazione dell’Ásatrúarfélagið islandese (“Compagnia di Fede negli Æsir”) nel 1972, la pratica moderna si è diffusa in tutto il mondo attraverso un misto di organizzazioni nazionali, raduni regionali, gruppi di culto locali e praticanti solitari. L’Ásatrúarfélagið è stato riconosciuto dal governo islandese dal 1973 e l’Ásatrú è ora la più grande religione non cristiana dell’Islanda».

E qui da noi? «Il Tempio del Lupo – Comunità Etenista Italiana, si differenzia dalle altre realtà eteniste vista la tradizione mitteleuropea e alpina. Con wolfsangista (dal tedesco Wolfsangel) si indica semplicemente una persona che crede negli Antichi Déi germanici (centroeuropei), che mira a far rivivere l’antica fede del popolo europeo e diffonderla in tutto il continente, riconosce il Wolfbuch come spirituale Manuale. 

Il Blót è il rituale centrale del Tempio del Lupo. La parola in antico norvegese significa “sacrificio” ed è usata per un rito in cui vengono fatte offerte a dei, dee, spiriti della terra, antenati e persone importanti defunte. Il blót viene eseguito all’aperto e l’offerta più comune è una qualche forma di alcol (di solito birra o idromele). Il rituale può essere eseguito tutte le volte che la comunità lo desidera e durante le principali festività per esempio Yule e Ostara.

Per il radicamento e l’ispirazione – continua il sito internet – i seguaci del Tempio del Lupo si rivolgono a una serie diversificata di testi che include descrizioni greche, romane e arabe dei popoli germanici; miti conservati dall’islandese Snorri Sturluson (autore del poema epico “Edda”) e dal suo contemporaneo danese Saxo Grammaticus; Poesia mitica ed eroica dell’antico norvegese, anglosassone e medio alto tedesco; saghe leggendarie e storiche dell’Islanda; e successivamente raccolte folcloristiche».

Fra Longobardi contemporanei e Vikinghi che eseguono il rito del blòt (in gremanico: sangue, ndr), alle Gorghe di Vigo meano sarà un weekend davvero spettacolare. 

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