Spettacoli / L'evento

Alla Trentino Music Arena l'attesa "Notte rosa" con Umberto Tozzi

Appuntamento domani, giovedì 5 settembre, per il Summer Festival, dopo i Pooh e la Mannoia. Con questo tour internazionale, il cantautore torinese saluterà il pubblico, poi basta live: "Sicuramente alla fine mi scatterà la lacrima"

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di Fabio De Santi

TRENTO. “Dopo due luoghi meravigliosi e iconici come le terme di Caracalla, andremo ovunque. Un tour mondiale di questo tipo è faticoso ma salire sul palco è una grande gioia. Penso tanto a come sarà l'ultimo concerto. So di essere stato un privilegiato, la mia carriera è stata lunga e la mia musica si è allargata anche a generazioni che non avrei mai immaginato di avere fra il pubblico. Immaginare che tutto questo finisca lo so, fa effetto ma c'è un momento per tutto. Ho energia per incontrare il pubblico che mi ha seguito sino ad ora ed è una grande gioia. Dopo? Spero possano succedere delle cose importanti a livello di impegno mentale, cui magari prima non avevo pensato. Sicuramente alla fine mi scatterà la lacrima".

Così Umberto Tozzi racconta il suo tour “L’ultima notte rosa the final tour” che farà tappa domani, giovedì 5 settembre, alla Trentino Music Arena per l’ultimo live del Summer Festival, dopo i Pooh e la Mannoia. Il cantautore torinese ha deciso di congedarsi in maniera definitiva dal suo pubblico con “L’ultima notte rosa the final tour” che attraverserà tre continenti tra quest’anno e il 2025.

Un lungo addio per il cantautore che ha alle spalle cinquant’ anni di una carriera costellata di successi e riconoscimenti in Italia e nel mondo, più di 80 milioni di dischi venduti e oltre 2000 concerti.

Come ha raccontato Umberto Tozzi: “In questo tour suoneremo nei posti più belli del mondo. Quando si parla di palcoscenico si fanno migliaia di chilometri, l'energia viene automatica. Ho passato due anni difficili per motivi di salute e ho avuto paura di non poter più salire sul palco. Ma ora ho superato questo periodo e sono tornato. Ho pensato di realizzare più di un sogno con questo tour. Prima di tutto fare dei concerti con una big orchestra, composta da 21 elementi. Questo per far sì che la mia musica, che io ritengo sinfonica, acquisti valore nei live”.

E ancora: “Io quando vado sul palco voglio divertirmi e la presenza dell’orchestra mi farà divertire ancora di più e questo mi darà per ogni canzone un’emozione diversa. Siccome è un tour mondiale che ora tocca quattro continenti, e mi auguro di toccarne 4 o 5, questo farà sì che non avrà una data di scadenza e non so quando finirò”.

Umberto Tozzi aveva scelto Parigi per annunciare il suo ultimo tour motivando così la sua decisione:  “Nel 1982 ero a Parigi quando mi dissero che, appena tornato in Italia avrei vinto un premio molto importante, che era il Golden Globe, perché avevo venduto in 5 anni di carriera 27 milioni di copie nel mondo. Così ho deciso che fosse quello il momento giusto per annunciare il mio addio dalla dimensione live”.

Nessun possibile ripensamento, piuttosto l’idea di far uscire il tanto atteso nuovo disco: “Questo è il mio programma e il mio progetto. Io sono grato al mio pubblico che mi segue in tutto il mondo e sono felice di andarli a ritrovare tutti. Dopo 8/9 anni sto lavorando alla produzione di canzoni inedite che usciranno il prossimo autunno e in questo tour finalmente potrò suonare degli inediti di questa nuova produzione”. Sui suoi consigli ai giovani cantanti che devono gestire il successo che spesso arriva così velocemente ha detto:

Oggi la situazione dell’industria discografica è molto più pressante degli anni in cui ho cominciato, perché ci sono esigenze di mercato diverse, ma i ragazzi di oggi sono molto più preparati, vanno in televisione, sanno parlare. Noi non avevamo ancora quel modo di essere così sicuri di noi stessi: loro salgono dalla strada a Sanremo con una disinvoltura che io non avevo.

Il mio consiglio è quello di continuare a sognare per superare gli ostacoli della vita. Chi fa musica ha la fortuna di poter vivere un po’ più sollevato dal pianeta terra e, strada facendo, si incontrano delle persone che ti aiutano. Io dovrei ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con me per esempio. Uno è Giancarlo Bigazzi, che è stata la svolta nella mia carriera, mio maestro e produttore per 17 anni. Abbiamo fatto delle cose meravigliose insieme”.

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