Il documentario con Paolo Ghezzi ed Emanuela Artini sulla loro figlia Alessia al Lecce Film Fest
Diretto dal regista valtellinese Matteo Valsecchi, è tratto dal libro del giornalista e della moglie sulla loro figlia con disabilità: «Storia poetica di una ragazza particolare»
TRENTO. La prima del documentario "La poesia del tuo linguaggio", girato a Trento con protagonisti trentini e diretto dal regista valtellinese Matteo Valsecchi (1989), sarà giovedì 26 settembre 2024 alle 19 al Convitto Palmieri di Lecce per il Lecce Film Fest - Festival del Cinema Invisibile (www.leccefilmfest.it). Il documentario dura 19 minuti ed è stato realizzato in collaborazione con Nereal.
È ispirato al libro edito da Erickson "Filololò rema nell'aria. Storia di Alessia" di Paolo Ghezzi ed Emanuela Artini, genitori della protagonista e con lei interpreti del documentario.
Ghezzi è giornalista e ha diretto L'Adige dal 1998 al 2006, tra i suoi libri "La Rosa Bianca" e "Il vangelo secondo De André". Artini è stata insegnante di lettere e ha pubblicato le raccolte di poesie "Caro uomo" e "L'anemometro". Racconta di Alessia, una ragazza con disabilità, poetica e imprevedibile, che da sola sa fare poche cose, ma inventa frasi surreali e conia parole, e sa a memoria centinaia di brani musicali. Ogni giorno spiazza chi ha la sensibilità di decodificare il suo linguaggio nuovo.
È stato girato a Trento. Valsecchi, oltre la regia, ha curato la fotografia e il montaggio. Il suono è di Daniele Riva. Gli effetti visivi sono di Riccardo Frizziero. La musica è di Andrea Taeggi.
"Non è un documentario sui problemi della disabilità, ma solamente la storia poetica di una ragazza particolare, e la storia dei suoi genitori, che cercano di entrare in contatto con il suo mondo difficile da interpretare. Ho cercato di dare importanza a come Alessia interagisce con gli altri e a come usa il suo linguaggio unico, a volte oscuro, a volte ironico, a volte filosofico. Importante anche la sua passione musicale. Alcune scene la mostrano che ascolta musica, incantata, tanto che interrompe i suoi vocalizzi e segue ogni dettaglio silenziosamente. A volte persone come Alessia non vengono capite o valorizzate. Spero che questo documentario possa farla conoscere e apprezzare", commenta il regista Valsecchi.