Capossela infiamma la notte di Rovereto, più che un concerto un poetico e potente show natalizio
Sotto la cupola del Mart, in 1300 giunti anche da fuori regione per lo straordinario "Sciusten feste n. 1965", fra riti, stregoni, diavoli e melodie ballabili
ROVERETO. «Non più conciàti per le feste, malridotti dalla realtà che ci circonda. Rivolgo un invito a tutti: conciatevi per le feste! Acconciatevi, preparatevi, vestitevi per riprendervi il tempo della festa e della vita!». Così l'istrionico Vinicio Capossela ha aperto ieri davanti a 1.300 fan il concerto dell'Immacolata, ottava edizione di un appuntamento entrato a pieno titolo nella tradizione della città della Quercia.
Nella notte di San Nicolò, un indimenticabile intreccio di poesia, musica e spettacolo ha celebrato il tempo delle feste, trascinando il pubblico in un tourbillon di emozioni. Il tour "Conciati per le feste" ha portato sotto la cupola del Mart le magiche e fiabesche note del nuovo album natalizio "Sciusten feste n. 1965". Un titolo che fa il verso allo "schützenfest", festa tradizionale dei bersaglieri tedeschi.
foto Gabriele Margon @ladige
«Non una festa natalizia - ha spiegato l'immaginifico cantautore - ma una grande festa della tradizione germanica che mi raccontò, con gli occhi pieni di meraviglia, mio padre».E proprio la festa è il tema centrale del nuovo disco, un mix di inediti e brani tradizionali del Natale. «Mai sottovalutare il potere della festa», ha dichiarato Capossela, riprendendo una frase di Malcolm McLaren (storico produttore dei Sex Pistols), perché è il tempo che infrange i limiti del quotidiano, rovescia i ruoli, mescola sacro e profano, legittima la paura ed esorcizza la morte.
Pezzi swing, folk, mambo, rimandi letterari, contaminazioni e atmosfere circensi, interrotte dall'improvvisa irruzione sul palco dei terribili Krampus. Capossela ha travolto il pubblico con uno show strepitoso e strabordante, acclamato da un pubblico di fedelissimi.
«Lo seguiamo da sempre - affermano Gianluigi Carullo e la moglie Loredana Russo - . Capossela è irpino e anche io sono campano». «Tutti straordinari i suoi dischi - commenta Bianca Giannelli -, l'ho seguito anche all'estero». Fan da sempre anche Nada Zanon: «Eccezionali i suoi testi, colti e impegnati».
«Dai tempi dell'università lo ascoltiamo sempre, è un personaggio incredibile», raccontano Sara Ciarmatori e Michela Ventura.Non sono mancati i brani classici delle feste, come "Non soffrire più", versione italiana di "White Christmas", o "Campanelle" ("Jingle bells"), ma anche ironici inediti come "Il guastafeste", a rappresentare chi non sopporta coriandoli, risate e atmosfere festose, e allora cerca di "molestare il buonumore". E poi "Sciusten feste", il brano che dà il titolo all'album, dove Capossela racconta il sé bambino, "figlio di manodopera pangermanica e latte d'asina". O ancora, l'incredibile "Voodoo mambo", un brano gioioso e cupo al tempo stesso, che parla di ossa che volteggiano in danze macabre, tra fosse e neri stregoni.