«Vermiglio» agli Oscar, ma il governo toglie i fondi per il film italiano in gara
«Grande soddisfazione» di Fugatti e Gerosa, che però dovrebbero fare una telefonata e intercedere con i loro capi di partito per «aiutare» davvero la regista bolzanina Maura Delpero, che intanto spiega di non avere un budget per questa campagna
OSCAR Vermiglio nella shortlist: tra i 15 migliori film internazionali
PREMIO Il riconoscimento alla Mostra del Cinema di Venezia
TRENTO. In piazza Dante c’è grande soddisfazione per l’inserimento del film “Vermiglio” nella shortlist dei 15 titoli che concorreranno al riconoscimento per la categoria dell'International feature film, il miglior film straniero agli Oscar di Los Angeles.
Non passa settimana che l’ufficio stampa della giunta non riporti la «grande soddisfazione» per la pellicola sostenuta da Trentino Film Commission.
Tre giorni fa, il presidente Maurizio Fugatti e la vicepresidente Francesca Gerosa hanno espresso così la loro soddisfazione per la notizia: «Siamo davvero orgogliosi che una produzione italiana, sostenuta dal Trentino, sia stata selezionata in questo primo ventaglio di film in corsa verso gli Oscar. “Vermiglio” racconta con grande verità e poesia l'autenticità della nostra terra e la memoria e i valori custoditi dalle nostre comunità. Facciamo i complimenti alla regista Delpero e i nostri migliori auguri perché la sua opera arrivi alla meta che tutti desideriamo. Il film merita davvero di raggiungere questo traguardo».
A parte il fatto che «i valori custoditi dalla nostra comunità» nel film sono lo sfondo, trattandosi della storia di una giovane donna che fa un figlio in una relazione clandestina con un soldato siciliano, che poi la abbandona, mentre la ragazza mette la bambina in un orfanatrofio, ci rimane da registrare lo sfogo della regista Maura Delpero, che in una intervista al quotidiano La Repubblica – raccolta da Arianna Finos – ha raccontato della sua corsa «controcorrente» agli Oscar.
«Sono in piena campagna, nei limiti di quel che possiamo fare perché – ha detto la cineasta - vado subito alle cose spinose: la campagna Oscar ha bisogno di molti soldi. E non abbiamo un budget, ancora. È praticamente inesistente, ci affidiamo a Cinecittà e Rai cinema».
Contrariamente al passato, infatti, Delpero non avrà a disposizione il contributo finanziario del governo per partecipare alla competizione. Così magari Fugatti e Gerosa potrebbero fare una telefonata ai loro compagni di partito a Roma, per intercessione…
Il motivo della difficoltà – ha detto a Repubblica – è che «a inizio anno l’ex ministro Sangiuliano, in uno degli ultimi atti, ha tolto il fondo speciale del ministero per la campagna degli Oscar. E questo rende tutto difficile, soprattutto quando hai a che fare con dei rivali “mostri”, vai a scontrarti con film sostenuti da Netflix, film da milioni di dollari. È Davide contro Golia. Ma non è la prima volta che succede, anche alla Mostra di Venezia eravamo quelli col budget più piccolo».
Il giornale insinua che si sia trattato di una vendetta del governo, visto che Delpero è uno degli addetti ai lavori che ha apertamente criticato la nuova legge sul cinema varata dal ministero di Sangiuliano.
Si va agli Oscar senza dotazioni, quindi. «Ma – insiste Delpero nell’intervista a Finos - per gli Oscar contare su un sostegno finanziario fa la differenza. È una questione di numero di proiezioni che puoi organizzare, persone da invitare».
La Rai però getta acqua sul fuoco: «In realtà – corregge il tiro l’ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco, raggiunto telefonicamente da Repubblica – c’è stato un problema burocratico: nel caos relativo al tax credit non è stato fatto il bando nel passaggio tra il vecchio e il nuovo ministro. Ma dal ministero mi hanno detto che lo faranno a breve e non vedo problemi in questo senso. Anche per il film di Matteo Garrone Io capitano, candidato lo scorso anno - i soldi non sono stati materialmente dati, spesso il bando viene fatto a posteriori».