Marcorè: “Il mio Sherlock Holmes? Fedele all'originale, soltanto un po' addolcito..."
Parla il noto attore, ora protagonista di un musical ricco di colpi di scena, misteri ed enigmi, che va in scena all’Auditorium di Trento oggi, sabato 28 dicembre, e domani. “Uno show appassionante, perché c’è tutta la vicenda del giallo da risolvere. Ma anche giocoso per i colori, seppur in una Londra fumosa e grigia. I costumi sono molto belli e l'ensemble di sei ballerini e sei ballerine aiuta a colorare la scena”
TRENTO – Un musical ricco di colpi di scena, misteri ed enigmi, in cui la Londra vittoriana fa da sfondo a questo avvincente scontro tra bene e male. Queste le forme di “Sherlock Holmes - Il musical”, per la regia di Andrea Cecchi che vede protagonista Neri Marcorè all’Auditorium, nei panni del più celebre detective di tutti i tempi. Il celebre attore sarà protagonista a Trento per due giorni, sabato 28 dicembre alle 20.30 e domenica 29 alle 18, e capitanerà un cast di oltre venti performer in questo evento proposto dal Centro Santa Chiara. Come ci racconta Neri Marcorè questo musical dedicato a Sherlock Holmes combina tensione, umorismo e azione in un’opera che promette di entrare nel cuore di tutti gli spettatori.
Neri Marcorè, che tipo è lo Sherlock Holmes che porta in scena in questo spettacolo?
“Lo Sherlock Holmes e che interpreto rispetta tutte le caratteristiche del personaggio ideato da Conan Doyle perché applica l'osservazione e la deduzione per risolvere gli enigmi, i casi più o meno complicati che si trova ad affrontare e questa caratteristica non può essere diversa dalla matrice.
Pur rispettando queste caratteristiche il mio Sherlock è più addolcito in quegli aspetti che lo rendono a volte scontroso quando un caso non lo interessa, quando pensa che la gente gli faccia perdere tempo, questo aspetto non c'è più di tanto ma c'è la mia ironia che confluisce in un personaggio comunque già ironico soprattutto negli scambi con il personaggio di Watson che sono fonte di tante risate come abbiamo potuto sperimentare nelle rappresentazioni fatte finora".
Ha trovato difficoltà a recitare in un musical?
“Il musical in quanto tale con tante persone sul palco tra attori, attrici, ballerine e ballerini non l’avevo mai sperimentato ma è dal 2007 che canto negli spettacoli teatrali con Un certo signor G e anche nei concerti con le mie varie formazioni musicali, di cantare non ho mai smesso. Ho messo al servizio del musical questa esperienza maturata anno dopo anno che mi ha agevolato per affrontare un tipo di canto che è un po’ diverso da quando si suona con una band, qui cantiamo tutti su basi musicali mandate dalla regia e bisogna stare ben concentrati e non perdere l’attimo”.
Quindi in questo spettacolo lei si confronta anche con un’altra forma di canto.
“Esatto è un canto che si mescola con la prosa perché ci sono anche tanti scambi recitati. Non so se è più teatro o più musical, è comunque un musical molto teatrale e ho trovato in questa dimensione un equilibrio ideale perché confesso che nei musical dove si canta e basta dopo un po’ li patisco ed ero contento di aderire a questo progetto di Fusi e Cecchi che già in partenza aveva questa caratteristica”.
Che carattere ha questo Sherlock Holmes
“È un musical sicuramente giocoso per i colori che vediamo, seppur in una Londra fumosa e grigia, però i costumi sono molto belli e l'ensemble di sei ballerini e sei ballerine aiuta ad avere ancora più colori in scena. Poi potrebbe essere definito appassionante perché c’è tutta la vicenda del giallo da risolvere: l’assassinio che è commesso all’inizio è legato a un attentato alla regina da sventare quindi c’è anche il giallo che è un buon tirante. Poi ci sono le canzoni su musiche di Andrea Sardi composte da Alessio Fusi che rendono le dinamiche di questo spettacolo varie. E’ parecchio composito come d’altronde si confà ai musical, credo che il pubblico non si annoi mai perché passa da un tipo di rappresentazione a un altro”.
Tra le tante versioni che ci sono state di Sherlock Holmes quale le piace di più o da quale ha tratto ispirazione?
“Oggi citerei quella della serie tv andata in onda su Netflix con un Sherlock Holmes magnificamente interpretato da Benedict Cumberbatch”.
Qual è l'attualità di questo giallo intramontabile?
“I gialli sono un genere che funziona sempre perché coinvolgono sempre lo spettatore nel cercare di scoprire chi è l’assassino e cercare di dipanare la matassa prima che lo faccia Sherlock”.
Il suo 2025?
“Per ora tanto teatro con la terza stagione della Buona Novella per la regia di Sergio Gallione visto il successo che ha ottenuto questo spettacolo. Poi c’è l’idea di abbozzare il mio secondo film come regista che girerò poi nel 2026”.