Archeologia / Il fatto

Eccezionale ritrovamento archeologico a Trento: scoperta una necropoli monumentale di epoca preromana

La scoperta apre nuove prospettive sulla comprensione delle dinamiche sociali e culturali delle popolazioni alpine nel primo millennio a.C., periodo di intensi scambi e trasformazioni nel Mediterraneo e nell'arco alpino, quando fiorivano le grandi civiltà degli Etruschi, dei Fenici, dei Greci e dei Celti

TRENTO. Una straordinaria scoperta archeologica nel cuore di Trento sta riscrivendo la storia millenaria della città. Durante i lavori di restauro di un edificio storico in via Santa Croce, gli archeologi hanno portato alla luce una necropoli monumentale risalente alla prima età del Ferro (IX-VI secolo a.C.), rivelando un capitolo finora sconosciuto della storia preromana della città.

Archeologia, straordinaria scoperta a Trento

Durante i lavori di restauro di un edificio storico in via Santa Croce, gli archeologi hanno portato alla luce una necropoli monumentale risalente alla prima età del Ferro (IX-VI secolo a.C.), rivelando un capitolo finora sconosciuto della storia preromana della città.

Il ritrovamento, emerso a circa 8 metri di profondità sotto l'attuale livello stradale, è stato possibile grazie all'attività di tutela preventiva condotta dall'Ufficio beni archeologici della Provincia autonoma di Trento. Le indagini hanno già documentato 200 tombe, tutte caratterizzate dal rito della cremazione indiretta e corredate da prestigiosi oggetti funerari, rappresentando solo una parte di quello che potrebbe essere un sito ancora più vasto.

La peculiarità di questa necropoli risiede nella sua eccezionale conservazione, garantita dagli episodi alluvionali del torrente Fersina che, nel corso dei millenni, hanno sigillato e preservato il deposito archeologico. Il sito si distingue per la presenza di imponenti stele funerarie, che raggiungono i 2,40 metri di altezza, disposte in file parallele con orientamento nord-sud. Ogni stele marca la posizione di una tomba principale, realizzata in cassetta litica e coperta da una struttura a tumulo, attorno alla quale si sono sviluppate nel tempo numerose sepolture satelliti.

I corredi funerari rinvenuti testimoniano l'esistenza di una società evoluta e stratificata. Gli archeologi hanno recuperato elaborate armi e oggetti ornamentali in metallo, impreziositi da inserti in ambra e pasta vitrea, che evidenziano stretti contatti culturali con le popolazioni italiche dell'epoca. Come spiega il soprintendente Franco Marzatico, questi reperti sono emblematici di un'élite sociale che abitava l'antica conca di Trento, manifestando il proprio prestigio attraverso rituali funerari elaborati.

La vicepresidente e assessore provinciale alla cultura Francesca Gerosa sottolinea l'importanza storica della scoperta: "Questa necropoli ci mostra un volto inedito di Trento, non più solo città romana ma centro di importanza strategica già nell'età del Ferro. Stiamo lavorando per bilanciare le esigenze di tutela del patrimonio archeologico con quelle dello sviluppo urbano."

Le indagini archeologiche, dirette dalla dottoressa Elisabetta Mottes e coordinate sul campo dal dottor Michele Bassetti e dalla dottoressa Ester Zanichelli di Cora Società Archeologica, proseguono con l'obiettivo di documentare ogni aspetto di questo eccezionale contesto funerario. Un'équipe interdisciplinare, che include specialisti di varie istituzioni italiane e straniere, si occuperà dello studio scientifico dei reperti, analizzando i resti antropologici e archeobotanici per ricostruire nel dettaglio le pratiche funerarie e la vita quotidiana di questa antica comunità alpina.

La scoperta apre nuove prospettive sulla comprensione delle dinamiche sociali e culturali delle popolazioni alpine nel primo millennio a.C., periodo di intensi scambi e trasformazioni nel Mediterraneo e nell'arco alpino, quando fiorivano le grandi civiltà degli Etruschi, dei Fenici, dei Greci e dei Celti.

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