Spettacolo

Quegli strani vicini di casa e l'importanza dell'eros nella coppia

Amanda Sandrelli ci racconta lo spettacolo in scena mercoledì 5 marzo all'Auditorium di Fabio De Santi

di Fabio De Santi

TRENTO. Un quartetto affiatato e irresistibile, che invita lo spettatore a riflettere su pregiudizi e tabù e, soprattutto, a chiedersi: faccio l’amore abbastanza spesso? Loro sono Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Alessandra Acciai e Alberto Giusta protagonisti di “Vicini di casa” adattamento della pièce spagnola “Los vecinos de arriba” di Cesc Gay che mercoledì 5 marzo, alle 21, chiude la Stagione dell’AudiPop, organizzata dal Centro S. Chiara, all’Auditorium. Di questa commedia, libera e provocatoria, che indaga con divertita leggerezza inibizioni e ipocrisie del nostro tempo abbiamo parlato con Amanda Sandrelli, che nel ruolo di Anna è la metà di una coppia come tante, al confine fra amore e abitudine, in equilibrio precario. Ma pur sempre in equilibrio.

Amanda Sandrelli, Vicini di casa è definita una commedia libera e provocatoria; in che modo vede leioggi questi due aggettivi?

“Libera perché l’autore Cesc Gay è spagnolo, ne ho lette dieci di commedie spagnole e fatte due, e posso dire che loro si sporgono un po’ di più. Forse Almodovar ha aperto la strada di affrontare temi scabrosi in modo ironico e non volgare. Provocatorio perché il sesso è usato come escamotage comico, è buffo”.

Poi a scardinare l’apparente stabilità ci pensano Laura e Toni appunto i vicini di casa: quanto è dirompente la loro apparizione?

“Questi due vicini di colpo portano una vivacità, la loro, che contrasta moltissimo con la stanchezza della coppia formata da me e Gigio ed è un crescendo di situazioni imbarazzanti legati ad argomenti sessuali che serve principalmente alla comicità. Però poi in realtà si parla anche d’amore”.

Che tipo di coppia sono Anna e Giulio?

“La nostra coppia è una coppia che non riesce più a toccarsi. La cosa che mi piace di più è che si affronta un tema di cui si parla poco perché intima ma ci sono molte coppie che non si toccano più, non solo non riescono a fare l’amore ma non riescono ad abbracciarsi, a darsi un bacio, come se quella parte erotica più che sessuale non fosse importante. In realtà è importante, è fondamentale e se si trascura si rischia di far morire anche un grandissimo amore e chiunque abbia avuto una storia lunga di convivenza sa bene di cosa parlo. Lo spettacolo ha un meccanismo comico perfetto, le persone ridono come pazzi ma alla fine ci dicono che si sono anche commosse perché quasi tutti si riconoscono in quel dolore di non essere riusciti a salvare un grande amore”.

Quali contorni ha dato alla sua Anna e quanto le può assomigliare come donna?

“Si avvicina molto a me per il fatto di essere emotiva mentre a lui non lo tocca niente. E’ emotiva, piagnona, facilmente impressionabile, in questo mi somiglia. Lei sta dentro un matrimonio in cui soffre, soffre anche lui ma come spesso accade sono le donne a smuovere il rapporto anche se hanno la peggio. Quello in cui mi somiglia di meno è che cerca soluzioni in materiali di auto-aiuto per tenere a bada ansia e insofferenza che le dà un rapporto dove l’amore non è finito ma in quel modo non stanno bene”.

E poi arrivano i vicini: Laura e Toni.

“Anna fa questo: decide di invitare la coppia di vicini a prendere un aperitivo senza un piano ma spera che un po’ di questa vivacità anche sessuale dei vicini per osmosi possa trasferirsi a loro o che possa succedere qualcosa. E ha ragione, succede non solo qualcosa ma di tutto”.

Quale, se c’è, il messaggio legato a “Vicini di casa”?

“E’ una commedia e nessuno pensa di dare lezioni ma tutto lascia un segno e credo che questo spettacolo in un’ora e un quarto di risate e leggerezza lasci cose importanti: anche il più grande amore del mondo non vive da solo, non è sufficiente per stare insieme tutta la vita. Lo so che è una cosa triste da dire a chi ancora ci crede, non è impossibile ma è molto difficile, è un lavoro tenere in piedi un rapporto, mantenere un’intimità ed è ancora più difficile quando si è giovani”.

Il 2025 di Amanda Sandrelli?

“Ho un altro progetto ma non posso parlarne prima della prima nazionale. E continueremo con questo spettacolo per il terzo anno nella seconda parte di stagione. Ce lo chiedono molto, da una parte mi aspettavo questo successo perché sono trent' anni che leggo teatro e so che se una commedia mi fa ridere di solito funziona. Ho però avuto una bella sorpresa anche nei posti più piccoli, di provincia, nessuno si è mai scandalizzato anche se si dicono cose un pochino scabrose. Il testo è fantastico ma il merito è anche di noi quattro e della regia perché basta veramente poco per renderlo volgare, non lo è se vai in una direzione che è quella che noi abbiamo preso”.

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