I trentini non spendono Tutti i soldi in banca
Al 30 settembre scorso la raccolta diretta delle Casse Rurali trentine (principalmente i depositi sui conti correnti e le obbligazioni) ha superato i 13 miliardi di euro, il 2,7% in più del 2012. Considerando solo i quattrini depositati sui conti correnti che rappresentano circa la metà della raccolta diretta, l'aumento è ancora più consistente, il 7,15% in più dell'anno scorso I tuoi commenti
Al 30 settembre scorso la raccolta diretta delle Casse Rurali trentine (principalmente i depositi sui conti correnti e le obbligazioni) ha superato i 13 miliardi di euro, il 2,7% in più del 2012. Considerando solo i quattrini depositati sui conti correnti che rappresentano circa la metà della raccolta diretta, l'aumento è ancora più consistente, il 7,15% in più dell'anno scorso. Meglio le famiglie (+7,75%) rispetto alle imprese (+5,59). Le altre banche che operano in Trentino hanno visto crescere meno i depositi, del 5,39%, osserva una nota della Federazione trentina della cooperazione.
La crisi frena la domanda di prestiti: nell'ultimo triennio è calata del 30%. Le Casse Rurali nell'ultimo anno (dato di settembre 2013) hanno diminuito i prestiti dell'1,54%, le altre banche del 5,49%. I prestiti alle famiglie delle Rurali sono pressochè stabili (+0,02%), mentre quelli alle imprese sono calati del 2,34%. L'87,5% delle domande di prestito sono state accolte. Casse Rurali sono gli istituti di credito che più di altri hanno visto crescere le sofferenze, ovvero i debiti non pagati: a fronte di una crescita media provinciale del 40%, i crediti in "sofferenza" nelle Casse Rurali sono aumentati nell'ultimo anno del 55,23%, quelle delle altre banche del 27,84%.
Come già negli anni precedenti, la disponibilità delle Casse Rurali a sostenere l'economia ha comportato ripercussioni evidenti sulla qualità degli attivi. Ma in assoluto - osserva la Cooperazione trentina - la massa di crediti in sofferenza rispetto al totale è inferiore nelle Casse Rurali rispetto alle altre banche: a settembre i crediti in sofferenza delle Rurali erano del 5,86% rispetto al totale degli impieghi, mentre quelli delle altre banche raggiungevano il 7%.