L'Italia avrà una pista ciclabile lunga ventimila chilometri
L’Italia avrà una rete nazionale per le due ruote, lunga almeno 20mila km, senza interruzioni, che attraverserà tutti i capoluoghi di regione e i luoghi di importanza turistica, poggerà sul recupero della viabilità minore esistente e sarà sostenuta dall’accesso delle bici a stazioni, porti e aeroporti.Questo, almeno, è nelle intenzioni del gruppo interparlamentare sulla mobilità ciclistica: un’ottantina di deputati e senatori di diversi colori politici che stanno lavorando a una legge ad hoc.
L’Italia avrà una rete nazionale per le due ruote, lunga almeno 20mila km, senza interruzioni, che attraverserà tutti i capoluoghi di regione e i luoghi di importanza turistica, poggerà sul recupero della viabilità minore esistente e sarà sostenuta dall’accesso delle bici a stazioni, porti e aeroporti.
Questo, almeno, è nelle intenzioni del gruppo interparlamentare sulla mobilità ciclistica: un’ottantina di deputati e senatori di diversi colori politici che stanno lavorando a una legge ad hoc.
La bozza di legge quadro nazionale sulla mobilità ciclistica è stata presentata oggi a Montecitorio dal deputato Antonio Decaro (Pd) nel corso del seminario «Italia, Paese bike friendly?» organizzato dalla Federazione italiana amici della bicicletta.
Punto di partenza, i dati nazionali sulla mobilità. «Il 60% degli spostamenti in auto ha una distanza non superiore ai 5 km, il 15% inferiore a 1 km», ha rilevato Decaro: ovvio che si tratti dunque di spostamenti evitabili e rimpiazzabili con le due ruote.
Accanto a una rete nazionale di percorribilità ciclistica, la legge prevede «un piano nazionale per la ciclabilità, che tiene insieme le pianificazioni che saranno obbligati a fare le Regioni e gli enti locali, in particolare Province (ma non sono in via di abolizione?, ndr) e Comuni, i quali dovranno costruire una velostazione per il deposito e la riparazione delle bici in tutte le stazioni ferroviarie e dei bus extraurbani», ha spiegato Decaro.
«I Comuni - ha proseguito - dovranno anche inserire all’interno dei regolamenti edilizi l’obbligo, in caso di concessione edilizia per edifici residenziali o terziari e direzionali, di mettere a disposizione degli spazi per le biciclette così come oggi accade per le auto».
L’intervento sui regolamenti edilizi ha trovato d’accordo il sottosegretario ai Trasporti Erasmo D’Angelis. «Lo Shard creato a Londra da Renzo Piano ha solo 40 posti macchina. In Italia - ha osservato - per una cosa del genere oggi si finirebbe in galera». Sostenitrice della legge anche la vicepresidente della Camera Marina Sereni (Pd). «Ci sono 7 milioni di italiani in bici e a loro la politica deve dare risposte», ha detto.
E l’intervento legislativo a favore dei ciclisti non si esaurisce qui. I parlamentari sono al lavoro anche su una proposta di legge contro il furto delle bici. L’obiettivo, ha illustrato il deputato M5S Diego De Lorenzis, è arrivare a «un sistema di identificazione nazionale che consenta anche di capire quali sono le aree in cui si verificano più furti. Questo permetterà una uniformità dei sistemi, che invece oggi sono diversi da città a città ostacolando il monitoraggio di tale fenomeno». Tuttavia, ha assicurato, «il sistema sarà gratuito e facoltativo per gli utenti e gli enti locali».