Crisi finita per le Rurali Boom di utili e credito

Le Casse Rurali trentine sono in controtendenza rispetto al complesso del sistema bancario italiano coi loro 36 milioni di euro di utili nel 2013. A fronte dei 22,2 mld di euro di perdite del sistema bancario italiano. Una controtendenza che vale anche per il credito, con l'88% delle domande accolte. I dati in questione sono stati esaminati oggi a Trento al convegno annuale delle Casse rurali, tracciati dal responsabile del credito cooperativo trentino, Ruggero Carli, alla presenza dei presidenti e direttori delle 43 Rurali

euroTRENTO - Il sistema bancario italiano nel 2013 ha totalizzato 22,2 miliardi di perdite. Un disastro, da cui si salvano solo le banche di territorio: le Bcc italiane hanno chiuso i bilanci in territorio positivo, con 10 milioni di utile. Il sistema delle Casse Rurali trentine ha realizzato complessivamente 36 milioni di utili.


In Trentino anche nell’ultimo anno sono cresciuti i soci (1081 in più, ora a 125 mila)  e i dipendenti (22 in più, ora a 2.784). In crescita del 2,1% la raccolta complessiva (17,4 miliardi). Il patrimonio è di 2,2 miliardi di euro (+3,1%). Cresce leggermente il margine di intermediazione che raggiunge i 500 milioni (+5%), stabili i costi operativi (+1%).

 

Questa la fotografia del sistema di credito cooperativo trentino rappresentata stamani alla sala della Cooperazione a Trento dal responsabile di settore Ruggero Carli all’annuale assemblea di settore, alla presenza dei presidenti e direttori delle 43 “Rurali”.

 

Il mondo del credito è scosso più di altri dalla crisi generale che colpisce le famiglie e le imprese. Ma, volendo trovare elementi di positività e di ottimismo, come ha suggerito in apertura il direttore della Federazione Carlo Dellasega, le banche di territorio come le Rurali hanno saputo stare più vicini di altri ai propri clienti e soci. Aprendo per quanto possibile i rubinetti del credito, “con senso di responsabilità – ha affermato il presidente di Cassa Centrale e vice della Federazione Giorgio Fracalossi –  sia nei confronti delle comunità in cui sono inserite, sia nei riguardi della sostenibilità finanziaria”.

 

Il sostegno al credito

In totale, il credito erogato nel 2013 è diminuito del 2,9%, attestandosi a quota 12,6 miliardi. Le casse Rurali hanno fatto meglio delle altre banche operanti in Trentino, che hanno erogato l’8,2% di prestiti in meno rispetto al 2012.

In realtà è calata la domanda, di ben il 25% in tre anni, da 2,1 miliardi  del 2011 a 1,5 lo scorso anno. Ma l’87,8% di queste sono state accolte, diversamente dalle altre banche che hanno accolto poco più del 75% di domande di mutuo presentate.

Pur nella contrazione della domanda, quindi, le Casse Rurali hanno garantito maggiore disponibilità a concedere finanziamenti alla clientela, assumendosi anche il rischio legato alla crisi economica che sta colpendo soprattutto le imprese.

Il problema dei crediti in sofferenza

Ormai l’incidenza delle sofferenze lorde ammonta al 7,37% del totale dei crediti, che può arrivare anche al 16% se si comprendono tutti i crediti deteriorati. Ma non tutti i clienti sono uguali: le famiglie, ad esempio, incidono appena del 3,5%, gli artigiani del 7% e le società di capitali del 12%. Vanno meglio l’agricoltura, l’alberghiero e i pubblici esercizi, mentre nell’edilizia e nel manifatturiero le sofferenze balzano al 17% dei crediti.

Una situazione ben presente ai vertici delle Rurali, che anche quest’anno hanno dovuto impegnare cifre importanti per “rettificare” al ribasso il valore di questi crediti a bilancio: 141 milioni netti nel 2012, 215 nel 2013 (il 52% in più).

Di conseguenza, è aumentato il livello di sicurezza, ovvero la “copertura” delle sofferenze, passando dal 38 al 40%. La media del sistema bancario è più alta, al 57%, segno che la stagione delle svalutazioni non è ancora finita.

Un segnale di prudenza che consente comunque alle Rurali di guardare al futuro in modo più sereno e sostenibile. “La componente legata al rischio credito è molto pesante – ha affermato Carli – ma le Casse sono sufficientemente solide per farvi fronte”.

E il futuro?

Le Casse Rurali hanno mostrato numeri migliori rispetto alla media del sistema bancario. Tuttavia nessuno può permettersi di guardare al futuro con leggerezza. Il tema della redditività, della diminuzione dei costi, dell’evoluzione del mercato del credito anche attraverso le nuove tecnologie, è da tempo al primo posto nell’agenda della cooperazione di credito trentina.

Il progetto di evoluzione del sistema industriale di secondo grado con la realizzazione di un unico polo bancario-industriale del Nord est sta procedendo, così come la razionalizzazione della rete distributiva degli sportelli, che oggi presenta alcuni elementi di dannosa sovrapposizione. Basti pensare che in Trentino c’è uno sportello ogni 997 abitanti, nel resto d’Italia uno ogni 1.870.

“Nessuno vuole stare chiuso nel proprio fortino – ha concluso il presidente Diego Schelfi – è giusto interrogarci sul futuro, ognuno deve mettersi in gioco. Stiamo lavorando su molti tavoli, a livello locale e nazionale. Interpelliamo anche la politica, affinché riconosca la validità del modello cooperativo, e lo dimostri”.                  

 

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