La Whirlpool chiude: la tristezza di Dorigatti
«L’ultimo giorno di lavoro alla Whirlpool di Trento rappresenta un momento triste per le lavoratrici e i lavoratori che hanno subito in prima persona il trauma della chiusura dello stabilimento, ma anche per tutto il sistema economico trentino». Ad affermarlo è il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti
«L’ultimo giorno di lavoro alla Whirlpool di Trento rappresenta un momento triste per le lavoratrici e i lavoratori che hanno subito in prima persona il trauma della chiusura dello stabilimento, ma anche per tutto il sistema economico trentino». Ad affermarlo, in una nota, è il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, a proposito della chiusura dello stabilimento trentino.
«Quella fabbrica - prosegue Dorigatti - incarna infatti un pezzo di storia industriale del nostro territorio e un simbolo delle lotte per i diritti del lavoro: migliaia di trentini vi hanno lavorato, da quando ancora si chiamava Ignis fino all’altro ieri, quando si è messa la parola fine alla produzione. La preoccupazione è forte: da un lato per il destino delle centinaia di dipendenti, che perdono il posto in una fase di forte sofferenza occupazionale, dall’altro per il futuro del comparto industriale trentino, che ha subito duramente la crisi e che ha bisogno di nuova linfa per ritornare ad essere il volano della nostra economia».
«Non sono sentimenti vetero-industrialisti quelli che devono muovere l’azione delle istituzioni locali - conclude - ma la consapevolezza che senza un comparto industriale solido, competitivo ed innovativo, il territorio non potrà che perdere occupazione, ricchezza e dunque benessere. Il 2 settembre il Consiglio provinciale, condividendo trasversalmente una proposta delle minoranze, si riunirà in una seduta monotematica dedicata proprio alla situazione occupazionale nell’industria trentina: sono certo emergeranno ottimi spunti di analisi ma, soprattutto, una linea di azione condivisa che rimetta di nuovo al centro il lavoro e l’economia reale».
«Ci vuole un segnale forte di responsabilità - sottolinea poi Dorigatti - per dimostrare che la politica di fronte alle emergenze sociali deve mettere da parte le convenienze di parte e dare risposte puntuali ed adeguate».