«Da cambiare il decreto Bcc» Anche Rossi critica la riforma
Il decreto sul sistema del credito cooperativo così com'è non va. Anzi, è «un vulnus» al concetto di banca cooperativa e al sistema trentino e per questo deve essere modificato. Per farlo c'è la possibilità di incidere sul Parlamento attraverso la delegazione parlamentare trentina. A dirlo è il presidente della Provincia Ugo Rossi che chiarisce di voler prima vedere il testo del decreto prima di poter capire in che direzione agire.
«Sulle Casse rurali e sul decreto sono in contatto con il sottosegretario Baretta che mi ha tenuto informato. E devo dire, per prima cosa, che siamo ancora a una bozza di decreto il cui testo mi risulta essere in fase di costruzione. Non siamo di fronte a nulla di definitivo, quindi, inviterei tutti a stare un po' calmi sui giudizi definitivi».
Rossi non nega, però, che rispetto a quanto è emerso sulla natura del decreto «ho espresso l'auspicio a Baretta per cui ci siano le modalità con cui lo spirito dell'impresa cooperativa nel settore bancario restino salvaguardate». In questo senso, non va, spiega Rossi «la previsione della trasformazione in spa con scomparsa delle riserve indivisibili delle Rurali che scelgono questa strada. Questo è un vulnus e non ci trova d'accordo».
Rispetto al gruppo unico, poi, Rossi spiega di vedere ancora uno spiraglio per una aggregazione con il sistema Raiffeisen di Bolzano.
«Rispetto alla organizzazione per gruppi ancora non si capisce in che misura siano strutturate clausole di salvaguardia per l'Alto Adige. Se ce ne fosse una che guarda alle dimensioni del gruppo e non alla sola limitazione territoriale, si potrebbe aprire un discorso diverso per Trentino e Alto Adige, pensando a riaprire un discorso di gruppo unico regionale».
Rossi replica a chi critica il fatto che le Rurali e il sistema di Cassa centrale non hanno imitato le Raiffeisen. «Loro hanno scelto di rimanere nel loro territorio, per noi essere fuori è un valore straordinario, perché Phoenix Ibt e Cassa centrale producono tasse versate qui, agendo in giro. Se si fosse rimaasti nella logica della guarentigia territoriale e del restare qui, ciò voleva dire rimanere indietro. Le Raiffeisen possono farlo perché non hanno attivato linee di sviluppo esterne».
Rossi spiega, in ogni caso, che secondo lui si potrà agire sul fronte dell'iter del decreto in Parlamento per arrivare a modifiche. «Il sottosegretario Baretta mi ha confermato che nel dialogo parlamentare, le specificità territoriali possono essere affrontate. I nostri senatori sono pronti e preparati per presentare delle iniziative che possano andare a modificare il decreto». Insomma, sul fronte delle iniziative politiche non sarà lasciato nulla di intentato per evitare che la norma di fatto consenta una fuga dal sistema cooperativo, attraverso il meccanismo della trasformazione in spa delle Rurali e Bcc che non vogliono partecipare al gruppo unico nazionale.
Per arrivare a una linea comune con la Federazione trentina della Cooperazione e con il sistema delle Rurali il presidente della Provincia chiarisce di essere in collegamento con il vertice di via Segantini. «Mi sono sentito spesso con Fracalossi per essere allineati per portare avanti una strategia che consenta la possibilità di non perdere valore al sistema del credito cooperativo trentino».