Aldeno, il comitato del no: una banca etica invece della fusione con la rurale di Trento

I soci della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine che fanno riferimento al Comitato no alla fusione con la Rurale di Trento chiedono che il proprio istituto diventi una vera e propria banca etica. Non a caso la serata di venerdì presso l'aula magna della scuola elementare di Aldeno ha visto l'intervento di Claudio Ferrari, già componente del Comitato etico di Banca popolare etica.

Tra i temi portanti della finanza etica, Ferrari ha sottolineato la partecipazione dei soci, che in Banca Etica avviene attraverso i Gruppo di iniziativa territoriale, associazione interna alla banca che ha lo scopo di cogliere e promuovere le esigenze e gli stimoli provenienti dai soci e dal territorio, e le iniziative di microcredito, che attraverso piccoli investimenti portano a grandi risultati.

Il Comitato No alla fusione ha ribadito i motivi per i quali, durante l'assemblea straordinaria dei soci della Rurale il prossimo 29 aprile, propone di votare no alla fusione con la Cassa di Trento (per approvarla servono i tre quinti dei voti, quindi per respingerla bisogna arrivare al 40%).

«La banca che vogliamo», titolo del documento programmatico del Comitato, dovrà essere una banca etica. «Una banca che si rivolga agli interessi dei soci e della comunità che rappresenta, che sia sostegno delle iniziative eticamente corrette; non vogliamo una banca che speculi e consenta/favorisca la presenza di speculatori riconosciuti tra i propri clienti».

Un istituto, tra l'altro, attento «alla qualità dei suoi fornitori, sia di materiali (aziende non inquinanti, corrette con i dipendenti e con i clienti), sia di servizi (basta con i fondi Nef che, oltre ad essere di qualità medio bassa, investono in aziende e stati che nulla hanno a che fare con l'etica, anzi!)».

Una Cassa rurale che torni ad essere vicina alle famiglie e alle piccole imprese «attraverso il rilancio effettivo dei mutui casa e maggiori finanziamenti alle operazioni di imprese in pool». Non ultimo, il rilancio delle iniziative di microcredito.
La fusione tra le due Casse rurali verrà decisa nelle assemblee straordinarie convocate entrambe il 29 aprile: alle 18 Aldeno e Cadine (tensostruttura presso il piazzale Sft a Romagnano) e alle 20 Trento (PalaTrento).


Banca Popolare Etica, l'istituto di credito dell'economia sociale, chiude i conti 2015 con una crescita del prestiti del 9% e il risparmio che supera quota 1 miliardo di euro. Il risultato d'esercizio è positivo per 750 mila euro. La banca è presente in Trentino con l'ufficio gestito dal «banchiere ambulante» Massimo Sinigaglia (nella foto) e vede tra i propri soci diverse Casse rurali. Il progetto di bilancio approvato l'altro giorno dal cda sarà sottoposto all'approvazione dei soci nella prossima assemblea del 21 maggio.

Banca Etica vede un aumento del 9% dell'esposizione nei confronti di famiglie, imprese e organizzazioni non profit, per un totale di prestiti accordati pari a 865 milioni. In particolare il 2015 è stato un anno significativo per la crescita dei prestiti a favore delle famiglie: i mutui prima casa hanno raggiunto un volume di 109 milioni registrando un +9,5%, rispetto al +0,8% della media Abi, i prestiti personali hanno raggiunto i 7,3 milioni pari al +26,5% sul 2014.

L'istituto ha contenuto le sofferenze nette allo 0,65% degli impieghi, una quota molto più bassa del sistema bancario nel suo complesso. Lavoratori e lavoratrici di Banca Etica, soci e socie hanno rafforzato la loro partecipazione al capitale sociale portandolo a superare i 54 milioni (+9%), con un indice di solidità all'11,32%. «Ci stiamo attrezzando - spiega il presidente Ugo Biggeri - per fare crescere in modo efficiente il gruppo e la finanza etica in Italia e in Spagna» dove la banca è ugualmente presente.

comments powered by Disqus