Credito cooperativo e rischio holding nazionale Panizza: Bankitalia ostacola il gruppo autonomo
Attenzione, Banca d'Italia sta spingendo affinché il mondo del credito cooperativo trentino (e le Bcc che lo affiancano) accetti l'idea di un gruppo unico nazionale per il credito cooperativo e per questo mercoledì avrebbe convocato Cassa Centrale Banca, i vertici di Cassa Centrale e Federcasse, Iccrea e Phoenix.
Ciò annullerebbe gli spazi di autonomo agire delle Casse rurali trentine, quando invece con le Bcc avrebbero la reale possibilità patrimoniale, ma anche il diritto, di creare un loro gruppo su base nazionale, con sede a Trento. Gruppo che rischierebbe di essere più forte di quello del credito cooperativo aggregato attorno ad Iccrea. È questo l'appello che il senatore, e segretario del Patt, Franco Panizza, fa al mondo del credito cooperativo trentino.
«Preoccupa - dice Panizza a l'Adige - che mercoledì Banca d'Italia abbia convocato questo incontro: ho l'impressione che voglia imporre delle condizioni per spingere verso il gruppo unico nazionale e per creare difficoltà nella formalizzazione di un gruppo autonomo». Come parlamentari e autonomisti, continua Panizza, «abbiamo battagliato affinché la legge sul credito cooperativo dia la possibilità di costituire un gruppo provinciale autonomo e dei sottogruppi locali.
E affinché un requisito per la formazione di un gruppo nazionale fosse quello del patrimonio minimo di 1 miliardo di euro. Accantonata la possibilità di un gruppo provinciale, la norma dà ora a Cassa Centrale Banca due possibilità: di aderire al gruppo unico nazionale, credito cooperativo con Iccrea, o puntare sull'ipotesi di un gruppo nazionale con sede a Trento, le cui singole Casse rurali e Bcc aderenti godrebbero di un livello di autonomia molto maggiore, proporzionale alla solidità della Cassa».
Il minimo di un miliardo di euro di patrimonio sarebbe agilmente raggiungibile, conferendo una percentuale «intelligente» di patrimonio, il 10%, massimo 15%, ciò che garantirebbe l'autonomia. C'è di più: si era parlato di 80 istituti propensi ad aderire a questa seconda soluzione ma oggi si sa che sarebbero più di 130. Proprio questo avrebbe scatenato le preoccupazioni di Federcasse e Iccrea, perché il gruppo autonomo con sede a Trento rischierebbe di nascere più forte di quello unico nazionale.
Anche per questo qualche tempo fa Federcasse era corsa ai ripari facendo a Cassa Centrale una proposta allettante: riguardava il sistema informatico ma soprattutto la governance del gruppo unico (ruoli nazionali importantissimi per Mario Sartori).
Un'assemblea successiva delle Rurali del territorio e Bcc alleate ha fatto però emergere la volontà di procedere verso la formazione di un gruppo autonomo.
Franco Panizza benedice questa scelta: «Ribadisco la validità della proposta di un gruppo autonomo con sede a Trento perché consente un alto grado di autonomia, perché il limite di un miliardo di patrimonio non mette in difficoltà i singoli istituti ed è garanzia di autonomia anche per il futuro, senza escludere la possibilità di un accordo futuro con Federcasse e, possibilmente col gruppo altoatesino. Le cariche non sono eterne - dice Panizza - e vi è una tendenza a livello internazionale ed europeo a non concedere spazi di manovra ai territori». Insomma, il rischio sarebbe altissimo per il Trentino in cui le Rurali sono di gran lunga la realtà più importante.