Carburanti, in dicembre impennata dei prezzi con rincari fino a dieci centesimi al litro
Sono stati davvero carissimi auguri, quelli arrivati dalle compagnie petrolifere agli automobilisti.
In un mese i prezzi di benzina e gasolio in città sono cresciuti mediamente di ben dieci centesimi: dagli 1,244 della fine di novembre per un litro di carburante diesel agli attuali 1,349, ovvero il prezzo più economico che ieri si potesse trovare in città. E questo considerando solo il più conveniente tra i due carburanti principali ed i prezzi self. Parlando di benzina senza piombo, si viaggia sul filo dell'euro e mezzo al litro, superandolo nel caso delle stazioni di servizio meno convenienti. E, si badi bene, sempre scordando il servito: ormai un lusso che in pochi si concedono, dato che si parla di quindici centesimi medi al litro di differenza.
Sono 7,5 euro di incidenza per ogni 50 euro di spesa. Non a caso sono sempre di più le stazioni di servizio automatizzate, con i gestori che si occupano unicamente dei servizi extra carburante (lavaggio, officina, ricambi). Non a caso, il distributore che in città pratica il prezzo migliore è quello della Delta Energy di via Bassano, automatizzato e che, grazie ad un accordo con il gruppo Poli, offre a tutti i titolari di Duplicard uno sconto di un cent e mezzo al litro.
Nuove forme di marketing per far fronte a prezzi che in pochi capoluoghi, in Italia, sono peggiori. Tra questi Bolzano, dove mediamente la benzina costa un centesimo in più al litro e il gasolio mezzo centesimo in più.
Va poi ancora peggio se si considerano le stazioni di servizio in autostrada: lungo l'Autobrennero, la differenza con i prezzi praticati nella già non economiche Trento e Bolzano è marcata e non certo a favore dei consumatori: mediamente la differenza rispetto alla rete lungo la viabilità ordinaria è di due centesimi circa al litro.
Prezzi che tornano dunque a galoppare: anche nel capoluogo ed in generale in tutta la provincia, con le Feste sono arrivati gli aumenti legati all'accordo tra Paesi Opec e non Opec siglato all'inizio del mese. Dopo anni, le tredici nazioni che compongono l'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) hanno trovato la quadratura del cerchio con gli altri undici stati che non ne fanno parte, tra cui la Russia, per ridurre il prossimo anno l'offerta di questi ultimi di 558mila barili di greggio al giorno. Era da quindici anni che non si assisteva ad un accordo tra paesi Opec e non Opec per la riduzione della produzione, che è stata decisa a seguito della flessione dei prezzi al barile dal 2014 in poi.
Secondo le associazioni dei consumatori, però, tra le cause degli aumenti del prezzo dei carburanti vi sono anche decisioni discrezionali frutto delle scelte delle compagnie.
A pesare per gli automobilisti, sono poi anche accise e tasse. Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero per lo sviluppo economico e relativi al 19 dicembre, gli 1,509 euro al litro della benzina si trasforma, al netto di accise (0,728 euro) ed iva al 22% (0,272 euro) in un 0,508 al litro. Per quel che riguarda il gasolio, il prezzo al netto di accise e imposte sarebbe di 0,505 euro al litro, con 0,617 euro di accise e 0,247 di iva. Una tassazione contro la quale da decenni associazioni di consumatori, compagnie e operatori economici lanciano invano i loro strali. Ed in vista del 2017, purtroppo, non sono in vista nuovi cali.