«Spesometro» in tilt: i commercialisti trentini criticano l'Agenzia delle entrate
«Dilettanti allo sbaraglio». Questo il commento del presidente dell’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili di Trento e Rovereto, Pasquale Mazza, in merito ai disservizi riscontrati con il servizio web «Fatture e Corrispettivi», noto come «spesometro», sospeso dall’Agenzia delle entrate dalla serata del 22 settembre dopo le segnalazioni arrivate nei giorni scorsi da alcuni professionisti, che ponevano prima di tutto un problema di privacy.
Digitando il codice fiscale di un contribuente, si poteva infatti accedere a tutti i dati del suo spesometro e delle sue liquidazioni Iva.
E se il codice fiscale era di un intermediario - come per esempio un commercialista - era possibile prendere visione anche dei dati relativi agli assistiti. Ad oggi - denuncia però l’Ordine dei commercialisti - i problemi di privacy non sono stati ancora risolti e molti dati non sono ancora disponibili.
Con un comunicato, l’Agenzia delle Entrate ha posticipato il termine di comunicazione al 5 ottobre 2017, lasciando aperta una finestra di 15 giorni dalla scadenza per non applicare sanzioni nel caso in cui gli uffici dovessero riscontrare obiettive difficoltà per i contribuenti.
Quanto sta succedendo viene stigmatizzato dal presidente Pasquale Mazza: «Questi disagi stanno mettendo in seria difficoltà i professionisti e denunciano un sistema informatico imbarazzante con numerosi problemi irrisolti ed alcuni, probabilmente, irrisolvibili. È inconcepibile che si siano potuti consultare i dati degli altri contribuenti soltanto digitando un codice fiscale. Si tratta di dilettanti allo sbaraglio! C’è da chiedersi chi pagherà tutti questi disservizi e gli eventuali danni creati dalla diffusione non autorizzata ed incontrollata di dati dei contribuenti. Senza tenere conto dei costi sopportati dai Professionisti per l’adeguamento dei propri software».
Nella categoria peraltro si ha anche voglia di sdrammatizzare: fin dalle prime ore del mattino tra i professionisti circolava un’immagine che ironizzava sulla chiarezza del comunicato stampa dell’Agenzia, chiamando in causa uno dei personaggi più noti interpretati da Carlo Verdone. Il Presidente ha voluto farla circolare tra gli iscritti «per tenere altro il morale delle truppe».