Omkafè: 70 anni di aroma tra i chicchi di caffè
Si fa presto a dire caffè. Dietro l’arte del chicco c’è un mondo pari o maggiore a quello dei vino, ma in pochi lo sanno. Chi lo conosce bene – e lo pratica da settant’anni compiuti quest’anno – è la Omkafè, storica torrefazione di Riva del Garda che da otto anni si è trasferita ad Arco, in una sede-vetrina che promuove la cultura del caffè in tutte le sue forme.
Omkafè quest’anno festeggia i 70 anni di attività, un anniversario speciale che però non viene vissuto come un traguardo ma come un importante punto di partenza. Fondata nel 1947 da Ottorino Martinelli, dalle cui iniziali deriva il nome Omkafè, l’impresa dà oggi lavoro a una ventina di persone, esporta in Europa, soprattutto in Austria, Germania e Belgio, e coltiva un lavoro quotidiano di ricerca e qualità, insieme alla formazione degli operatori del mondo del caffè, i baristi e i cosiddetti «coffee lovers».
[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1629791","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"2592","width":"3872"}}]]
Una decina di miscele – tra cui la Diamante, che è la rivisitazione del gusto creato dal nonno Ottorino -, caffè certificato biologico e fairtrade, un grande lavoro di selezione della materia prima che viene direttamente importata dai Paesi della fascia tropicale, a volte appoggiando progetti di cooperazione internazionale: gran parte della famiglia Martinelli è coinvolta in questa passione, visto che l’azienda conta otto soci, tutti cugini.
«Il laboratorio è il cuore della nostra sede – spiega Lorenzo Martinelli, terza generazione, direttore nonché amministratore delegato insieme al cugino Fabrizio -. Non è facile trovare il prodotto giusto, investiamo molto nella ricerca, coniugando tradizione e innovazione. Il caffè è un prodotto della natura, basta una stagione difficile per compromettere il chicco, quindi attraverso i “coffee hunter” andiamo in cerca della qualità». Il risultato finale in tazzina non è sempre garantito: se stappando una bottiglia di Chianti si è certi di cosa si consuma, sia in Toscana che a New York, per il caffè la differenza la fa il modo di «cucinarlo».
[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1629796","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"3656","width":"4880"}}]]
«Per questo – continua l’amministratore delegato – abbiamo creato una nostra Academy interna per fare formazione e offrire consulenza a 360 gradi. Il barista ha un ruolo fondamentale nel garantire il mantenimento della qualità finale». Lorenzo è un docente del caffè riconosciuto a livello internazionale, partecipa alla maggiore associazione mondiale del settore, la Speciality Coffee Association, ma allo stesso non è un purista dell’espresso amaro, anzi: «Il caffè è un prodotto molto flessibile – dice Martinelli – che può essere consumato in diverse forme durante tutta la giornata. Deve essere un momento di piacere. Può essere l’espresso la mattina, ma anche il caffè lungo filtrato all’americana da sorseggiare nel pomeriggio mentre si lavora al pc, ad esempio. Oppure, c’è un barista che ha creato lo Spritz al caffè, c’è chi lo propone Shakerato, con il latte, sotto forma di spezia... Solo che, spesso, le persone non conoscono queste potenzialità».
Proprio per aprire il mondo del caffè al grande pubblico la sede di Omkafè è visitabile: dallo shop al museo del caffè, dal laboratorio a tutte le fasi di lavorazione. «L’obiettivo è dare nobilitazione alla tazzina, per questo tutto il processo è trasparente e siamo felici di poter accogliere tutte le persone interessate per mostrarglielo» dicono dall’azienda. Per il futuro Omkafè punta a continuare a produrre caffè di qualità, ne sono la prova i molteplici premi di settore ricevuti, tra cui la medaglia dell’International Coffee Tasting del 2016.
«Ci riteniamo un’azienda fortunata per essere situata nella splendida cornice del Garda Trentino, dice Lorenzo, zona di confine di culture diverse che ci stimola ad un miglioramento continuo. Tutto questo viene racchiuso nel chicco di caffè. Vorremmo trasmettere questo alla gente».