Trentini, risparmi da record:: superata quota 10 miliardi credito
La ripresa economica in atto conferma - come durante la crisi - la capacità dei trentini di risparmiare a passo di record. Nei primi sei mesi di quest'anno, infatti, i depositi dei trentini sono aumentati a un ritmo doppio rispetto anche ai cugini del Sudtirolo e addirittura triplo rispetto alla media italiana nello stesso periodo. In totale a fine giugno i soldi delle famiglie nelle banche della provincia sono aumentati del 6,5% contro il 3,2% altoatesino e il 2,3% italiano. In totale a fine giugno i depositi erano pari a oltre 10 miliardi di euro (circa 38mila euro a famiglia), oltre 600 milioni in più rispetto a un anno prima. Ma i soldi fermi rendono sempre meno: sul contocorrente il rendimento assicurato per così dire ai depositi scende dallo 0,32% del dicembre 2015 allo 0,10% a giugno 2017. Ma accanto alla propensione spiccata per il risparmio e per la prudenza, le famiglie trentine stanno riscoprendo un minimo di voglia di rischiare e investire. E, così, nel primo semestre di quest'anno gli investimenti in azioni delle famiglie sono aumentate del 10,9% con oltre 530 milioni di euro parcheggiati nelle Borse di tutto il mondo.
Ancora più evidente la crescita di fiducia verso i fondi di investimento comune che sono aumentati a oltre 1,3 miliardi di euro e rappresentano circa un quarto degli investimenti finanziari delle famiglie trentine. Accanto alla riscoperta di azioni e fondi comuni, ecco come contraltare la fuga da titoli di Stato e obbligazioni bancarie, queste ultime calate di quasi il 30%, e il ritorno dei mutui casa effettuati per acquistare una nuova casa e non per sostituire il debito già contratto con un altro a tassi migliori (le surroghe sono calate all'8%) e del credito al consumo.
Una tendenza quella dei prestiti alle famiglie che come per gli aspetti economici mette in evidenza una marcia superiore di Bolzano rispetto a Trento. «I prestiti al settore privato non finanziario (che comprende imprese e famiglie consumatrici) sono aumentati, in misura più intensa in provincia di Bolzano. In Trentino, l'espansione è stata guidata dagli istituti di credito con sede al di fuori della provincia a fronte di una nuova contrazione dei prestiti delle banche di credito cooperativo. In Alto Adige, la crescita dei crediti è stata trainata dalla nuova espansione degli impieghi delle Casse Raiffeisen» spiega la Banca d'Italia nel suo rapporto.
I depositi delle famiglie, che costituiscono oltre il 70 per cento del totale in entrambe le province, sono cresciuti del 6,5 per cento in Trentino e del 3,2 in Alto Adige (2,3 nella media nazionale), in rallentamento rispetto allo scorso dicembre. Tra le forme tecniche, è proseguito il calo dei depositi a risparmio mentre l'andamento della liquidità sul conto corrente, sebbene in rallentamento, ha continuato a crescere; tale dinamica conferma la preferenza delle famiglie per gli investimenti a basso rischio e facilmente liquidabili, «favorita dalle basse remunerazioni delle forme alternative di investimento» continua Banca d'Italia.
Il valore complessivo a prezzi di mercato dei titoli delle famiglie a custodia presso le banche si è ulteriormente ridotto dell'11,4% in Trentino e del 2,7% in Alto Adige (-2,9% in Italia). A fronte della flessione dei titoli di Stato e delle obbligazioni bancarie, sono cresciute le azioni e soprattutto le quote di fondi comuni, che sono arrivate a rappresentare oltre un quarto del portafoglio delle famiglie trentine. Per quel che riguarda le imprese, i depositi in conto corrente sono cresciuti del 14,1%.