Cassa Rurale di Trento, è boom Utili raddoppiati nel 2017
Ha superato indenne l’ispezione di Bankitalia ed è riuscita a raddoppiare l’utile, in un anno in cui, ancora, il «cavallo non beve». Perché l’economia si è messa sì in movimento, ma non è che si vedono imprenditori in coda davanti agli sportelli a chiedere sostegno. Tuttavia al vertice del colosso del credito cooperativo Cassa Rurale di Trento, c’è soddisfazione per i risultati dell’esercizio 2017. Nei giorni scorsi, in una assemblea più informale, sono stati anticipati alla Consulta dei soci e ai giovani soci. E ieri sera illustrati ai soci a Cognola, nella prima tappa del tour (dieci incontri che si concluderanno il 26 aprile a Povo) sul territorio di competenza.
L’incontro è stato aperto dal presidente Giorgio Fracalossi, che ha fatto il punto sia sugli interventi della Cassa a favore delle realtà associative, sia sul percorso che sta portando al nuovo gruppo bancario di Cassa Centrale Banca. È toccato poi al direttore generale Giorgio Bagozzi dare conto, con i primi numeri che poi saranno sottoposti all’assemblea dei 18 mila soci (18.001, in aumento sui 17.716 del 2016) a fine maggio.
CR Trento, l’anno scorso, si è rafforzata patrimonialmente, portando l’indice di solidità (Cet 1 ratio) dal 14,76% del 2016 al 15,86%. Il patrimonio netto risulta leggermente in calo (da 175 a 174 milioni), ma è una diminuzione dovuta al fatto che la Cassa ha portato fieno in cascina (10 milioni di euro) a sostegno dell’aumento di capitale per la costituzione del nuovo gruppo nazionale del credito cooperativo: un calo che sarà riassorbito con l’avvio del gruppo di Ccb.
Ai soci, il direttore Bagozzi ha spiegato il positivo superamento dell’indagine ispettiva di Bankitalia: nessuna sanzione, nessun richiamo, solo alcuni «suggerimenti prudenziali». Una «promozione» che in un certo senso certifica il raddoppio dell’utile netto, dai 2,1 del 2016 ai 4,15 milioni del 2017.
Che è stato anche l’anno della messa a regime della riorganizzazione successiva alla fusione con la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, operativa dall’1 luglio 2016. È anche la ragione per cui il risultato non immediatamente raffrontabile, spiega Bagozzi. «Matrimonio» rodato, con la riorganizzazione che ha portato ad un ridimensionamento del personale (dai 315 dipendenti delle due banche) agli attuali 281, ad una razionalizzazione di filiali (24) e sportelli (29), e - passaggio non facile, che però non ha impattato negativamente su soci e clientela - alla integrazione tra i due sistemi informatici diversi (Ibt per CR Aldeno e Cadine, Phoenix per CR Trento). La raccolta complessiva 2017 è a quota 2,68 miliardi di euro (1,754 quella diretta, 926 milioni quella indiretta). I prestiti alla clientela sono stati pari 1,238 miliardi.
«Sul fronte degli impieghi, non c’è un incremento» ha spiegato ai soci di Cognola il direttore Bagozzi «sostanzialmente per due ragioni. La prima è stata la cessione di partite non performing, che è un dato fisiologico, oggi, del sistema bancario. La seconda è il fatto che l’economia continua a non chiedere sostegno».
Come dire: «Il cavallo ha ripreso a correre ma non si ferma per bere». Così, per le costruzioni, delizia degli anni d’oro della bolla immobiliare e croce in quelli successivi, settore che fa i conti con il doppio effetto della poca domanda e dell’invenduto da smaltire. Sono quindi gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione a dare segnali di vita: dai 2,2 milioni erogati dalla Cassa Rurale di Trento nei primi tre mesi del 2016 agli 8,12 (230 mutui) del primo trimestre 2018.
Un boom frutto anche dell’effetto leva dei contributi della Provincia, che si affiancano alle agevolazioni fiscali nazionali.
La Cassa ha erogato 200 milioni di finanziamenti a 2.142 soggetti di cui 68,9 milioni per le famiglie (8 milioni in più del 2016), per complessivi 557 mutui, un centinaio in più. CR Trento copre il 40% dei mercato dei mutui alle famiglie e punta, gioco forza, su nuovi prodotti. I collegamenti online sono oltre quota 32 mila (3.000 in più), le sottoscrizioni di polizze assicurative e pensionistiche si sono impennate (da 2.500 a oltre 3.600).
«È un buon segnale il fatto che soci e clienti diversifichino» dice Bagozzi. La Cassa ha continuato a fare i «compiti a casa» chiesti dalla Bce: nel 2017 ha accantonato 25 milioni, di cui 8 di riprese: «Non si sono nuovi crediti anomali, siamo ritornati alla fisiologia del credito» commenta il direttore «entro giugno 2019 saremo in linea con tutti i requisiti chiesti dall’Europa. Il coverage, il grado di copertura al 52,2%, pur di poco, è già superiore al 52% richiesto dalla Bce».
Questa sera, il secondo incontro, con i soci di Gardolo, alle 20.30 al teatro «Gigi Cona» di via Soprassasso.