Raccolta differenziata a Roma, i kit arrivano direttamente da Arco
Dalla val di Ledro a Roma Capitale, passando per Arco, in «aiuto» alla sindaca Virginia Raggi . C'è anche un pezzo di imprenditoria trentina nella scommessa di cambiare passo nella gestione problematica dei rifiuti della capitale. La Sartori Ambiente srl degli imprenditori ledrensi Michele e Angelo Sartori si è aggiudicata, in ati con un'azienda partner friuliana, la fornitura dell'attrezzatura per avviare la nuova raccolta differenziata, tramite il porta-a-porta, in due municipi: il sesto (Roma delle Torri, zona via di Tor Bella Monaca) e il decimo (Ostia).
Il progetto prevede poi l'allargamento a tutti i municipi e l'introduzione della tariffa puntuale nel 2021. «Sviluppiamo sistemi innovativi su misura e facciamo della sostenibilità il nostro punto di forza» dice l'ingegner Luca Torresan , direttore commerciale dell'azienda, fondata nel 1996 ad Arco. Sartori Ambiente opera come gruppo con la partecipata Altares srl (posseduta al 60,36%), che si occupa della parte tecnologica del sistema di raccolta. Il valore della commessa supera il milione di euro, spiega Torresan da Monaco di Baviera dove, con Michele Sartori, partecipa in questi giorni alla Fiera internazionale dell'ambiente, dell'energia e del riciclo. «Roma» aggiunge «è una delle città europee con la maggiore produzione di rifiuti: circa 2 milioni di tonnellate l'anno, oltre il 30% scarto alimentare e vegetale». Il progetto di implementare la differenziata è portato avanti dall'Ama (municipalizzata), in accordo con il Conai (il Consorzio nazionale imballaggi) e Roma Capitale.
I kit per la raccolta (realizzato attraverso un'azienda terzista in Lombardia che pressa le plastiche) sono composti da quattro contenitori impilabili con coperchi di colore diverso, a norma Ue: giallo per plastica e metallo, blu per carta e cartoncino, grigio per la parte non riciclabile e marrone per l'organico. Saranno forniti circa 200 mila contenitori a oltre 49 mila famiglie.
«Ogni contenitore» spiega Torresan «è dotato di microchip con un codice associato al contratto dell'utente. E ogni mezzo di raccolta è dotato della tecnologia (antenna e trasmettitore in Gprs) per rilevare il numero degli svuotamenti e inviare i dati al server del cliente». È questa la tecnologia sviluppata da Antares. Il fatturato e i risultati del 2017 di Sartori Ambiente - spiega Michele Sartori - confermano quelli del 2016: 10,8 milioni di ricavi e 1,35 di utile netto di esercizio. Gli addetti di Sartori Ambiente sono 12, 10 quelli di Antares. E una ventina sono in Cile, dove Sartori Ambiente partecipa (40%) alla Projectos de Ingeniera ambiental geociclos Ltda. «Ma in giugno ci saranno altre due assunzioni per la Sartori Ambiente» anticipa Torresan. Oltre il 20% del fatturato è realizzato all'estero, soprattutto in Europa. Ma oltre che in Cile, l'azienda di Arco è presente anche in Nuova Zelanda. Prodotti di punta, oltre ai contenitori per famiglie e aziende, sono anche le composterie.