Trento, in agosto salgono i prezzi Aumento di quasi 600 euro l'anno
A Trento in agosto i prezzi tornano a salire, con il tasso per l'intera collettività (quello più generale) che con l'1,8% annuo è tra le più alte dei capoluoghi di regione (settima con Bolzano al vertice col 2,4% annuo e Potenza ultima con lo 0,7%). E pesa sulle tasche delle famiglie per centinaia di euro in più all'anno. Secondo i calcoli dell'Unione nazionale consumatori, che ha applicato l'incremento annuo sulla spesa delle famiglie, anch'essa calcolata dall'Istat, un nucleo familiare medio (2,4 persone) in provincia ha un aggravio di spesa di circa
456 euro rispetto all'anno precedente. Un esborso maggiore tocca chi ha 3 componenti (577 euro) e chi ne ha 4 (680 euro).
Se si guarda l'andamento dell'inflazione nel 2018, quello di agosto è il maggiore anche se si considera l'indice Foi (famiglie, operai e impiegati) con un aumento dell'1,6% contro un massimo di 1,5% in luglio e tutti gli altri mesi al massimo all'1% o al di sotto di questo dato.
A trainare la fiammata dei prezzi sono in particolare i capitoli dei trasporti che comprende l'andamento dei carburanti e che è salito del 4,2% in un anno, dell'abitazione e dei costi delle relative bollette (acqua, elettricità e così via) con un incremento del 4%. Ma cresce anche il carrello della spesa con un 2,7% per alimentari e bevande analcoliche, e i prezzi di alberghi e pubblici esercizi (+2,3%). Più caro anche comprare sigarette e alcolici con un incremento del 3,3%.
A livello italiano, poi, secondo lo studio dell'Unione nazionale consumatori, in testa alla graduatoria dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care, in termini di maggior spesa, si conferma Bolzano che, con un'inflazione del 2,4%, ha la maggior spesa supplementare, equivalente, per una famiglia tipo, a 798 euro su base annua. Al secondo posto, Reggio Emilia dove il rialzo dei prezzi del 2,4% determina un aumento del costo della vita, per la famiglia media, pari a 673 euro, terza Ravenna, dove l'inflazione del 2,3% comporta un aggravio annuo di spesa di 645 euro.
In testa alla classifica delle regioni più costose in termini di rincari, ancora una volta, il Trentino Alto Adige, dove l'inflazione al 2% significa, per una famiglia tipo, una batosta pari a 566 euro su base annua. Segue l'Emilia Romagna, dove l'incremento dei prezzi pari all'1,9% implica un'impennata del costo della vita pari a 517 euro, terzo il Piemonte, dove l'inflazione dell'1,9% genera una spesa annua supplementare di 485 euro.
E sulla situazione in regione, arriva l'«allarme prezzi in Trentino Alto Adige». Lo sostiene l'associazione dei consumatori Codacons commentando i dati definitivi sull'inflazione e relativi al mese di agosto diffusi ieri dall'Istat. «In Trentino Alto Adige si registra ancora una volta la più elevata crescita dei prezzi rispetto al resto d'Italia, con il tasso di inflazione al 2% contro una media nazionale dell'1,6%», afferma il presidente, Carlo Rienzi. Il record nazionale per il caro prezzi spetta a Bolzano, con i listini che ad agosto hanno segnato un aumento del +2,4%.
Al contrario dei prezzi che crescono con forza, i salari (almeno quelli di Trento città tra 2008 e 2016) hanno dimostrato di non riuscire a recuperare il potere di acquisto pre-crisi. l redditi dichiarati dagli abitanti di Trento, al netto dell'inflazione, nel 2016 otto anni dopo la crisi innescata dal fallimento della Lehman Brothers era più basso del 2008. Più nel dettaglio, il loro peso è diventato più leggero nelle tasche dei trentini. Per la precisione si tratta di un valore inferiore di poco più di 2 punti e mezzo percentuali rispetto ai redditi relativi al 2008.