Sì al Milleproroghe, più poteri alle Rurali
Col sì del Senato, è legge il decreto Milleproroghe. E col decreto diventano norma le modifiche alla riforma del credito cooperativo. Le riepiloga Federcasse, che ne accoglie con favore l'approvazione. Secondo la Federazione nazionale delle Bcc, infatti, «il nuovo intervento normativo rafforza ulteriormente il settore e conferma il carattere territoriale e le finalità mutualistiche delle singole Bcc, Casse rurali e Raiffeisen, sia nei rispettivi territori sia all'interno dei gruppi bancari cooperativi di riferimento».
Le nuove norme prevedono: che almeno il 60% del capitale della capogruppo debba far capo alle Bcc aderenti; che lo statuto della capogruppo preveda che la metà più due del cda sia espressione delle banche coop; che i poteri della capogruppo debbano considerare oltre alle finalità mutualistiche anche il carattere localistico delle Bcc.
Inoltre, con «atto della capogruppo», deve essere disciplinato un processo di consultazione delle Bcc aderenti su strategie, politiche commerciali, raccolta del risparmio, erogazione del credito, perseguimento delle finalità mutualistiche. La consultazione deve avvenire mediante assemblee territoriali, i cui pareri non sono vincolanti per la capogruppo. C'è poi il riconoscimento, per le banche che si collocano nelle classi di rischio migliori, di maggiori ambiti di autonomia in materia di pianificazione strategica, politiche commerciali, nomina degli esponenti aziendali. Infine, una diversa soglia di partecipazione delle Bcc al capitale della capogruppo per esigenze di stabilità può essere decisa solo attraverso un decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Economia, sentita la Banca d'Italia.
I maggiori margini di autonomia di Rurali e Bcc che Cassa Centrale classifica in «semaforo verde», cioè con i conti a posto, sono stati inseriti nel patto di coesione ora in discussione. Le modifiche allo statuto di Ccb saranno votate nell'assemblea straordinaria del 4 ottobre. Le norme sui maggiori poteri delle banche nel gruppo si collegano al confronto in atto in Trentino su società come il Fondo Comune delle Casse Rurali ( l'Adige di ieri), che Cassa Centrale vorrebbe utilizzare come strumento di sostegno alle Bcc in difficoltà, come successo nel caso di Rovereto, mentre per le Rurali trentine sarebbe un veicolo di sviluppo locale nonché il primo azionista di Ccb, con più peso nella capogruppo. Di tutto questo si parlerà stamattina nell'incontro tra Cassa Centrale e Casse rurali che conclude il tour per l'Italia.