Colpo di scena alla Cooperazione: la Mattarei si salva, ma salta tutto il cda Franch si «sacrifica» e toglie il disturbo
Marina Mattarei resta al vertice della Federazione trentina della cooperazione. Ma ci resta al costo dell’azzeramento del vertice e la rinuncia ai suoi «vice», come chiesto il 18 febbraio da 11 consiglieri su 22 che l’avevano di fatto sfiduciata.
Ieri pomeriggio è durata tre ore la seduta che segna una vera rivoluzione al vertice della Cooperazione trentina. Sia i cinque vicepresidenti, sia i cinque membri del comitato esecutivo hanno infatti rimesso il mandato nelle mani di Marina Mattarei, che alle 19,45, a consiglio di amministrazione chiuso, con una dichiarazione in video, ha ringraziato i membri del cda e si è dichiarata - con un tono allegro e pimpante - soddisfatta per la ritrovata unità.
Era stata abile, infatti, nel tessere la tela mettendo nell’ordine del giorno prima la discussione sulle sociali e sul credito, con la disponibilità a sacrificare Mariangela Franch e affidare la delega in Federcasse ad Ermanno Villotti. Ma poi c’è stato un vero colpo di scena. Le dimissioni di tutti.
La seduta si è aperta con una lunga relazione della presidente che ha difeso il lavoro fatto in otto mesi, rivendicato anche nell’editoriale «Il nostro impegno per il cambiamento» uscito ieri sul mensile della Cooperazione. Poi, la sorpresa: la dichiarazione che i 5 vicepresidenti (Bruno Lutterolli, Germano Preghenella, Marco Misconel, Walter Facchinelli e Mariangela Franch) e i cinque membri del comitato esecutivo (lo stesso Lutterotti, Marina Castaldo, Arnaldo Dandrea e Renzo Tommasi) avevano rimesso il mandato.
Un cedimento su tutta la linea, che però era l’unica via d’uscita rimasta alla presidente dopo quasi quattro settimane dal cda della rottura dell’11 febbraio, chiuso con l’abbandono della seduta anzitempo dei tre rappresentanti delle sociali, Serenella Cipriani, Italo Monfredini e Paolo Fellin. Sono stati loro a chiedere a Mattarei di ribaltare l’ordine del giorno, per discutere prima la proposta di azzeramento avanzata dagli undici consiglieri e rifiutandosi di indicare da subito un nome alternativo a quello di Franch per la vicepresidenza.
La ferita aperta con la sua nomina in cda il 2 luglio scorso, quando Mariangela Franch fu votata solo da 13 consiglieri, è stata sanata dalla stessa docente di economia. E anche qui con un piccolo colpo di scena. A metà giornata, la vicepresidente ha comunicato per iscritto che non avrebbe partecipato alla seduta del cda (dov’era in discussione) per agevolare il confronto. Poi, a seduta avviata, ha recapitato un messaggio comunicando le sue dimissioni anche dal consiglio di amministrazione.
La via d’uscita è maturata la sera prima con la decisione dei vicepresidente di rimettere il mandato per riaprire il confronto su un nuovo metodo di lavoro in cda. Perché è questo che a Mattarei è stato chiesto: condivisione, coinvolimento, valorizzazione dei rappresentanti di settore.
Del confronto in Federcasse, dove s’è tenuta fin qui la delega, che ieri ha annuciato di affidare a un rappresentante del credito (cioè ad Ermanno Villotti) - ora ci sono le condizioni, ha detto - non ha mai riferito in cda, né sulle trattative sulla cessione della sede con il Gruppo Cassa Centrale Banca. Né, altro elemento critico, i comitati di settore sono stati consultati a dovere nella costruzione del piano strategico, sospeso dalla crisi al vertice.
La presidente, accettato l’azzeramento, avrebbe voluto definire in fretta il riassetto al vertice, convocando un cda già oggi o domani, domenica. Le è stato suggerito di prendersi il tempo necessario. E così sarà. Via la Franch, per le sociali il nome uscirà dal confronto tra Monfredini, Cipriali e Fellin.
IL VIDEO MESSAGGIO DI MATTAREI