Federazione, MattareI cede ai “ribelli” 17 sì su 22: ridisegnato il potere in cooperazione
Il consiglio di amministrazione della Federazione della cooperazione con 17 voti su 22 approva la lettera dei ribelli ostili alla presidente Marina Mattarei. Una decisione che, a cascata, produce una rivoluzione negli assetti del potere della stessa Fedcoop.
Il cda, infatti, nomina subito i vicepresidenti e il comitato esecutivo così come richiesto dal documento dei ribelli. E indica alla presidente pochi giorni per delegare Ermanno Villotti in Federcasse. Di fatto la sconfitta è secca, perché aveva puntato per confermare i suoi: Bruno Lutterotti per le agricole, Sara Ghezzer per le sociali e Renzo Tommasi per il consumo. Invece è stata costretta a cedere su tutta la linea.
Come volevano i 17: Rigotti è entrato per le agricole, Fellin per le sociali e Dal Sasso per il consumo. È una presidente messa in minoranza.
A chiarire il senso della riunione di ieri, arrivata dopo mesi di tensioni, è stata la stessa Mattarei a inizio seduta. La presidente commentando la lettera dei 17 del cda aveva detto: «Mi state sfiduciando politicamente». Dopo circa due ore di riunione, la votazione terminata alle 19, della lettera dei 17 consiglieri anti-Mattarei. Cinque le astensioni: Mattarei, Lutterotti, Tommasi, Sara Ghezzer e Walter Facchinelli. Alla fine il nuovo cda è uscito come voluto dai ribelli. I vicepresidenti nominati sono Germano Preghenella per le cooperative di produzione e lavoro (con funzione di vicario), Walter Facchinelli per il consumo, Marco Misconel per il credito, Italo Monfredini per le sociali, Michele Odorizzi per le agricole.
Il nuovo comitato esecutivo è composto dalla presidente Marina Mattarei, dal vicario Germano Preghenella (componenti di diritto), da Paola Dal Sasso per il consumo, Arnaldo Dandrea per il credito, Paolo Fellin per le sociali e Luca Rigotti per l’agricoltura.
Altro aspetto imposto dalla lettera votata in cda è quella della surroga di Mariangela Franch. Qui alla Mattarei è stato richiesto (o meglio imposto) di chiedere ai primi dei non eletti alla scorsa assemblea. Prima domanderà a Paolo Spagni e poi a Giuliano Beltrami. Ora per la presidente si prospettano altre scelte importanti: quella di Cooperfidi in mano a Renzo Cescato e quella di Promocoop oggi in mano a Roberto Simoni.
«MATTAREI: NÉ VINCITORI NÉ VINTI»
«Ho preso atto della volontà del consiglio con senso di responsabilità istituzionale, pur astenendomi in sede di votazione. Questo consente di far uscire la Federazione da una situazione di stallo che poteva danneggiare ulteriormente la credibilità del movimento cooperativo trentino». Marina Mattarei, poco dopo la votazione, vede il bicchiere mezzo pieno.
Alla luce della votazione della lettera di 17 del cda, si sente sconfitta?
Non ci sono vinti né vincitori. È prevalsa la linea della trasparenza. Coerentemente ho preso atto di questa proposta organica nella serata prima il cda e vi siamo arrivati dicendo che questa non poteva essere la proposta della presidenza, perché la mia era un’altra.
Perché si è astenuta?
La mia astensione è motivata nel fatto di essere garante e super partes. Perché riconosco l’autorevolezza del consiglio e tutelo la logica maggioritaria e democratica.
E adesso?
Adesso la squadra c’è e c’è solo da lavorare. Perché le sfide che ci sono sono importanti, a partire dalla cooperazione sociale e del credito.
Ha mai pensato alle dimissioni?
Ho preso in considerazione a 360 gradi tutte le ipotesi, perché l’amarezza c’è stata, ma poi ha prevalso il senso del ruolo istituzionale che ricopro.
Ora i problemi sono alle spalle?
Capisco la preoccupazione del movimento, ma ora vogliamo lavorare per dare risposte ai soci. Il cda ha superato lo stallo che si è protratto troppo a lungo. C’è un cda che ha recuperato una dimensione di responsabilità. Ora però questo passaggio deve produrre dei frutti.