Avvocati, le donne penalizzate I maschi guadagnano il doppio
Sono brave, preparate, combattive, eppure guadagnano meno dei colleghi maschi. Accade alle donne avvocato, ma il dato è comune anche ad altre professioni di elevato profilo.
Il Trentino Alto Adige in questo senso non si discosta dal resto del Paese: un legale uomo nella nostra regione guadagna in media il doppio rispetto ad una donna (per la precisione il 52% in più), una percentuale che a livello nazionale sale al 55%. Le più penalizzate sono le donne con la toga che lavorano a Milano e Roma dove la differenza di reddito sale addirittura intorno al 60%.
I dati sono stati pubblicati ieri dall'inserto Affari& Finanza di Repubblica. «A fotografare il "gender salary gap" - precisa il quotidiano - è una ricerca condotta da "Le Fonti Legal" sulle basi di dati di Cassa Forense relativi alle dichiarazione dei redditi 2018».
Le differenze saltano subito all'occhio e non sono incoraggianti per l'universo femminile: un legale uomo guadagna in media 52.777 euro rispetto ai 23.500 di una collega. Il divario è ridotto all'inizio della carriera (cioè per gli avvocati con meno di 30 anni) quando la differenza di reddito è del 18%, ma poi si amplia per il resto della vita lavorativa raggiungendo un picco del 55% tra i 55 e i 59 anni di età.
La notizia positiva è che in Trentino Alto Adige i redditi sono tra i più elevati del Paese: le donne avvocato hanno dichiarato nel 2018 una media di 38.564 euro all'anno (meglio fa solo la Valle d'Aosta con 39.634 euro), mentre il reddito degli avvocati uomini è di 80.400 euro (anche in questo caso siamo in seconda posizione dietro alla Lombardia dove il reddito raggiunge quota 97.719 euro).
Il paradosso è che la professione forense è sempre più al femminile. Nell'albo dell'Ordine degli avvocati di Trento ci sono ormai più donne che uomini. Eppure il solco reddituale tra i due sessi resta profondo. «Le ragioni sono molteplici - spiega l'avvocato Beatrice Tomasoni che proprio ieri ha passato alla collega Paola Paolazzi la guida del Comitato pari opportunità dell'Ordine forense di Trento - Sicuramente ha un peso il fatto che spesso le donne trattano materie dove si guadagna di meno, come la tutela delle fasce deboli. In parte contribuisce anche il fatto che spesso le giovani colleghe invece che aprire uno studio proprio preferiscono aspettare a fare questo passo e intanto lavorare per altri».
Per ridurre il divario reddituale gli strumenti sono pochi e impegnativi: «Se dovessi dare un consiglio alle colleghe che si affacciano a questa professione, bella e molto impegnativa - prosegue Tomasoni - direi loro che devono essere sempre più brave e specializzate grazie ad una formazione di eccellenza che permetta di affrontare anche le questioni giuridiche più complesse. Può essere utile anche mettersi in gioco, esporsi anche in pubblico come nel Comitato pari opportunità».