Al Sait «rivoluzione» Simoni cambia il Superstore di Trento Sud poi nuovo «iper» su via Maccani
Niente promesse, piedi per terra, siamo in mezzo al guado, il risultato positivo va consolidato. Ma il Sait, dopo gli anni difficili del risanamento, torna a investire e a darsi una prospettiva per il futuro. «Nei prossimi giorni il negozio di Trento sud sarà completamente del Sait, con 20 milioni di euro di nuove forniture e nuovo fatturato per il consorzio, che consentirà migliori condizioni e più dividendi alle Famiglie cooperative» dice Roberto Simoni, 58 anni, commercialista di Pinzolo e presidente della locale Cassa Rurale, eletto venerdì sera dall’assemblea dei soci alla presidenza del consorzio della cooperazione di consumo, dove ha raccolto il testimone da Renato Dalpalù.
«Su via Maccani abbiamo presentato un progetto che dia valore aggiunto alla città, dove è previsto anche uno sviluppo importante per Sait, un nuovo polo commerciale della filiera a Trento nord».
Presidente Simoni, il suo competitore Sandro Bella ha sottolineato la centralità delle Famiglie cooperative nel consorzio. Condivide?
«Le cooperative al centro è un’espressione retorica. Il Sait è delle Famiglie cooperative e al tempo stesso è al servizio del sistema. I presidenti sono 18 consiglieri su 19. È vero che io non sono presidente di cooperativa, ma conosco il mondo della cooperazione di consumo, sono stato caposindaco della Famiglia Cooperativa di Pinzolo e poi da presidente di Cooperfidi e Promocoop ho seguito molte cooperative. Del resto da molti anni le Famiglie coop hanno affidato la presidenza di Sait a un non presidente di cooperativa».
Lei ha sottolineato che Sait, pur con i buoni risultati raggiunti negli ultimi anni, è in mezzo al guado. In che senso?
«Sait in questi anni ha espresso in pieno la sua natura di azienda. Ma tre anni di risultati positivi non bastano, la serie deve essere più lunga, il risultato va consolidato. Siamo in una fase delicata di cambiamento dell’organizzazione, anche nelle risorse umane, con grande sofferenza come abbiamo visto. Inoltre in questi anni la priorità è stata data al risanamento e forse i rapporti quotidiani con le Famiglie cooperative sono stati un po’ in secondo piano. Ora possono migliorare».
Le Famiglie cooperative presidiano il territorio e i piccoli paesi, in quello che fuori dal Trentino è considerato un modello. Ma iniziative come i Superstore Coop, che dovevano essere il polmone del sistema, si sono rivelate invece un costo.
«Sui Superstore abbiamo avviato una significativa rivoluzione. Abbiamo ceduto Rovereto. Nei prossimi giorni il negozio di Trento sud sarà completamente di Sait, vuol dire che ci saranno più forniture e più fatturato del consorzio, che a regime potrebbero ammontare a circa 20 milioni di euro, e quindi più vantaggi per le cooperative in termini di migliori condizioni, di ristorni, di dividendi. Poi c’è stata la rivisitazione di Riva del Garda con la newco Riva Retail, dove rimangono partner al 50% Sait e al 50% Coop Alleanza 3.0, mentre il supermercato è affittato a Coop Alto Garda».
Cambierete qualcosa nel Superstore di Trento sud?
«Quel negozio non è vecchio, ma nel mondo della distribuzione che cambia è necessario rivisitarlo. È previsto un investimento importante per adeguare la struttura di vendita alle nuove esigenze, con una riduzione della superficie e una gamma di prodotti più specializzata. I mega negozi non sono più di moda, ma non credo si debba tornare ai negozietti, dobbiamo trovare la dimensione ottimale per la realtà di Trento».
Che tipo di proposta avete avanzato in Comune sull’area da 57 mila metri quadri di via Maccani di proprietà Sait e sulle aree vicine?
«La zona di via Maccani è oggetto di ridefinizione urbanistica. Cambierà la viabilità, diventerà una zona strategica. Abbiamo già interessamenti di aziende leader di mercato per insediarsi. La volontà del cda è di condividere un progetto che dia valore aggiunto alla città. Sarà una zona di negozi e di altre attività, anche di residenziale. Una quota dell’investimento resterà in capo a Sait, sarà il polo commerciale della filiera a Trento nord come il Superstore, rivisitato, a Trento sud. Quindi dovremo metterci risorse, che potranno venire anche dalla vendita di altri asset come il terreno di Spini, su cui c’è una trattativa in corso».