Domani sciopero al Superstore: il Sait disdice l'appalto pulizie e fa fare le pulizie ai suoi dipendenti
«Eccolo il metodo Sait, la politica inaugurata da Dalpalù applicata anche al Superstore: riduzione del personale, licenziamenti, risparmi sul costo del lavoro». Roland Caramelle, della Filcams Cgil, annuncia così lo sciopero unitario indetto dall’assemblea dei lavoratori per l’intera giornata di sabato 30 giugno: «Con il prossimo lunedì, primo luglio, alla ditta di pulizie presso il Superstore non sarà rinnovato l’appalto, con il conseguente licenziamento indiretto di sette lavoratrici».
Lavoratrici che perderanno il posto di lavoro: «Una scelta di politica aziendale - afferma Caramelle - che oltre al licenziamento prevede di addossare le mansioni di pulizia ai dipendenti del Superstore, già gravati da ritmi elevati».
Lo sciopero, a cui parteciperanno sia i dipendenti della ditta di pulizie che i dipendenti del Superstore di Trento sud, durerà per l’intera giornata ed è previsto un presidio con volantinaggio ai clienti dalle 9 alle 12: «L’assemblea ha però deciso di mettere in atto anche lo sciopero degli straordinari e dei supplementari - puntualizza Caramelle - comprese le mansioni di pulizia. Uno sciopero solidale - commenta il segretario della Filcams - perchè sarà partecipato non solo dalle dipendenti che dal prossimo lunedì si troveranno senza lavoro ma anche dai lavoratori interni al Superstore».
«Per le dipendenti dell’appalto esterno - ricorda Lamberto Avanzo della Fisascat Cisl - abbiamo fatto tre mobilitazioni, tre scioperi. Mai avuto nessuna risposta dall’azienda appaltatrice, e solo negli ultimi giorni abbiamo saputo che l’appalto esterno non sarebbe stato rinnovato, con il conseguente licenziamento di sette dipendenti» In ballo c’è la riorganizzazione del Superstore, sia per quanto riguarda la governance - Sait arriverà a controllare il 100% della proprietà - sia per quanto riguarda la ristrutturazione dello spazio, con una riduzione e razionalizzazione della metratura: «Ma nessuno conosce la strategia aziendale - osserva Dino D’Onofrio della Uil Tucs - e assistiamo con preoccupazione a un atteggiamento da parte dell’azienda che esclude il confronto con i sindacati ed evita di mettere le carte in tavola sulle scelte che ha intenzione di prendere nel prossimo futuro».