Olimpiadi in Trentino: la Provincia a caccia di 50 milioni di fondi
Olimpiadi, parte la caccia al finanziamento nazionale. Entro l'anno, infatti, il governo centrale (qualunque esso sarà) è chiamato ad approvare la cosiddetta legge olimpica. Si tratta della norma in cui saranno inserite le risorse che Roma assegnerà alle località chiamate a ospitare i giochi olimpici invernali del 2026. In provincia, si tratta come è noto della val di Fiemme e dell'Altopiano di Piné. Solo per quanto riguarda gli investimenti per il miglioramento delle strutture esistenti, le risorse necessarie stimate sono comprese tra 40 e 50 milioni di euro. In base a quanto arriverà dallo Stato, la giunta potrà poi definire quali e quanti finanziamenti investire nel progetto olimpico.
«Entro l'anno andrà approvata la legge olimpica - afferma l'assessore provinciale al Turismo Roberto Failoni (Lega) - e in base alle risorse che arriveranno vedremo quali finanziamenti aggiuntivi potremo mettere sul tavolo. L'optimum sarebbe ottenere tutti i 40-50 milioni di euro stimati per gli investimenti sulle strutture sportive olimpiche, ma di sicuro ci saranno anche Lombardia e Veneto che faranno concorrenza. Sarà una battaglia, ma sui finanziamenti tra Vaia e altro qualche soldo è arrivato al Trentino da questo governo, nonostante quanto dicono le opposizioni».
Nel dossier Milano-Cortina 2026, in particolare, vengono evidenziati i fabbisogni di risorse pubbliche necessarie a adeguare le attuali strutture per il salto con gli sci, per il fondo e per il pattinaggio che si trovano sul territorio provinciale. Solo l'intervento per la copertura e la realizzazione delle nuove tribune per il pattinaggio a Baselga di Piné richiede circa 33,5 milioni di euro, mentre in totale circa 17 sono stimati per le altre strutture, a partire dall'adeguamento dello stadio per lo sci di fondo e per il salto con gli sci in val di Fiemme. Le due strutture di Predazzo per il salto e di Tesero per lo sci di fondo sono realizzate e necessitano di fatto solamente di pochi interventi strutturali (mentre una parte più rilevante è legata a investimenti temporanei durante i 35 giorni dell'avvenimento olimpico e paraolimpico). A Piné, invece, la copertura della pista per il pattinaggio di velocità e i 5.000 posti da realizzare hanno un impatto maggiore.
Secondo il dossier inviato dall'Italia al Comitato olimpico internazionale, i tempi di realizzazione degli interventi sono ovviamente differenti. Il calendario indicato nel documento ufficiale parla infatti di un cantiere di 40 mesi (circa tre anni e mezzo dunque) per la copertura dello stadio del ghiaccio di Baselga. In questo caso si parla di una stima di circa 37 milioni di dollari (al cambio attuale sono circa 33,5 milioni di euro) iniziali. L'avvio dei lavori è previsto per giugno del 2021, la consegna per fine 2024. Per quanto riguarda invece lo stadio dello sci e del salto in val di Fiemme, invece, i tempi sono ridotti a circa 6 mesi e partono per entrambe le strutture a maggio del 2025 per essere completati a novembre dello stesso anno.
Failoni, oltre alle risorse per la parte prettamente sportiva, pensa anche alla possibilità di mettere mano alla mobilità e alle infrastrutture viabilistiche in generale. «Ma per farlo - spiega l'assessore - occorre un intervento consistente dello Stato perché altrimenti si fanno solo libri dei sogni e non si riesce a completare quanto richiesto». Il pensiero dell'assessore va, ad esempio, all'elettrificazione della linea ferroviaria della Valsugana in Trentino. «Ma non vanno scordate opere fondamentali per noi e che sono al di fuori della Provincia come il collegamento ferroviario dall'aeroporto Catullo di Verona fino a Trento».
Failoni dichiara poi che l'evento non sarà solo delle località che ospiteranno atleti e gare, ma anche di tutta la provincia: «Si tratterà di un evento che servirà a trainare tutto il territorio». Per nulla preoccupato si dice infine Failoni rispetto a un ripensamento del governo sui finanziamenti al Trentino nel caso di un esecutivo senza la Lega: «Se non danno i soldi al Trentino, non li danno nemmeno a Lombardia e Veneto che hanno un governo regionale dello stesso colore di quello provinciale. È una preoccupazione senza senso».