L'analisi del Fondo monetario «Trento, Pil doppio della Sicilia»
«Uno dei modi per misurare le disuguaglianze regionali è dividere il Pil reale pro capite del top 10% di regioni con quello del 10% delle aree più in difficoltà di uno stesso paese. Nel caso dell’Italia, il rapporto è 2 il che vuol dire che il Pil pro capite della provincia di Trento è circa due volte quello della Sicilia. In Giappone il rapporto è basso, a 1,35». Lo afferma il Fmi in uno dei capitoli analitici del World Economic Outlook dedicato alle differenze a livello regionale nei singoli paesi.
Se in Italia venissero eliminate le differenze medie regionali, le disuguaglianze in termini di reddito calerebbero ai livelli degli inizi degli anni 1990, ovvero i più bassi dagli anni 1970, afferma il Fmi in uno dei capitoli analitici del World Economic Outlook dedicato alle disparità all’interno dei paesi.
«Per le economie avanzate, la componente regionale delle disuguaglianze di reddito disponibile per le famiglie varia da meno dell’1% in Austria a circa il 15% dell’Italia, uno delle economie avanzate che - con il Canada - ha le più ampie differenze regionali».
In via generale il Fmi mette in evidenza come le disparità fra regioni in uno stesso paese sono aumentate nelle economie avanzate fin dalla fine degli anni 1980, «riflettendo la concentrazione economica in alcune aree e una relativa stagnazione in altre. In media le regioni più indietro hanno una più bassa produttività del lavoro, una maggiore occupazione nell’industria agricola».