Debiti dei Comuni, Trento e Bolzano tra i virtuosi
Trento e Bolzano, voto zero. Zero non come valutazione dell'amministrazione, ma come ricorso al debito. Zero anche come zero aiuto da parte dello Stato, che ha messo in campo la misura del cancella-debiti per i Comuni più importanti d'Italia. Dopo il Salva-Roma con cui il precedente esecutivo aveva proceduto a accollarsi una parte del debito della Capitale per ridurre il costo degli interessi versati in complesso dal sistema nazionale e evitare una crisi di liquidità della città eterna.
Ora nel Milleproroghe arriva il salva-Roma per tutti i Comuni che potranno andare dal Mef e chiedere al ministero di accollarsi il debito o ristrutturarlo. Il meccanismo mira a ridurre la spesa per interessi pari a 1,4 miliardi di euro che in alcuni casi rappresenta un peso molto forte per i conti dei Comuni maggiormente indebitati.
Ma anche qui la situazione è molto diversificata, con Torino che svetta con oltre 2.800 euro di indebitamento pro capite, mentre Trento e Bolzano risultano a quota zero come aiuti in arrivo da Roma.
In Trentino il meccanismo della cancellazione dei mutui era stato già attuato dalla precedente giunta provinciale, attraverso un provvedimento firmato dall'allora assessore agli enti locali Carlo Daldoss. Anche in quel caso l'obiettivo era quello di usare una liquidità della Provincia (qui lo Stato farebbe in parte più debito, in parte lo ristrutturebbe attraverso Cassa depositi e prestiti) per azzerare il costo per interessi dei Comuni e consentire loro di liberare risorse per quanto riguarda investimenti sul proprio territorio.
Per quanto riguarda la misura nazionale che, vista la struttura giuridica dei rapporti finanziari tra Stato e Provincia di fatto esclude in via di principio i Comuni senza un'intesa con le due Province autonome, resta da capire se potrà essere applicata agli enti locali di Trento e Bolzano. In questo senso, potrebbe essere la stessa Provincia a cercare di capire se una quota del salva-Roma per tutti possa essere usata per ridurre la spesa effettuata dalla stessa Provincia negli anni in corso per ridurre l'indebitamento dei suoi Comuni. O, almeno, per chiedere a Roma di considerare nella partita finanziaria complessiva, che si gioca anche sul Patto di garanzia, le risorse per il debito dei Comuni che il governo risparmia grazie alle scelte passate di Trento.