Rurali, moratoria su 4.300 mutui Stop a pagamenti per 1 miliardo
Le Casse rurali trentine hanno già deliberato oltre 4.300 moratorie sui mutui di piccole e micro imprese e di privati per quasi 1 miliardo di euro di pagamenti sospesi. Il gruppo Cassa Centrale, con 80 Bcc in tutta Italia, ha perfezionato 19 mila moratorie per 2,7 miliardi. Ora però arriva l’impatto del calo di reddito delle famiglie. I lavoratori e lavoratrici per cui è stata chiesta la cassa integrazione in Trentino sono ormai 55 mila. In questi giorni arrivano i magri stipendi di marzo, decurtati dai giorni non lavorati. Molte aziende anticipano la cassa, ma molte altre non ce la fanno. Anche in questo caso saranno le banche a provvedere: nelle Rurali si può chiedere l’anticipo dell’indennità oppure le imprese possono aumentare del 50% la loro richiesta di prestito di liquidità per pagare in anticipo la cassa.
CREDITO COOP IN CAMPO
Tra le moratorie su mutui e prestiti per sostenere famiglie e imprese colpite dalla crisi del Coronavirus, le domande arrivate alle banche del gruppo Cassa Centrale si concentrano soprattutto sulle misure previste dal decreto Cura Italia: conservazione dei margini del portafoglio Riba, sospensione delle rate o posticipo dei mutui a rata unica fino al 30 settembre. Ma il gruppo Ccb integra queste e altre misure, come l’accordo Abi e il protocollo Ripresa Trentino, portando la moratoria a 12 mesi e allungando di 12 mesi la scadenza del debito. Per i privati, poi, c’è l’estensione del Fondo Gasparrini sui mutui casa a liberi professionisti e autonomi, dove la sospensione è un diritto pressoché automatico e lo Stato compartecipa al 50% del pagamento degli interessi. Ccb e le Rurali allargano la sospensione anche ad altri debiti come quelli per l’automobile. Su decine di migliaia di richieste in tutta Italia, le Bcc del gruppo hanno già deliberato 19 mila moratorie per 2,7 miliardi. In Trentino le moratorie già perfezionate sono 4.347 per quasi 1 miliardo.
«SALVARE IL SISTEMA PRODUTTIVO»
Nelle Rurali sono arrivate 1.500 domande per la liquidità a costo zero prevista dal programma della Provincia «Ripresa Trentino». Cassa Centrale e le altre banche aderenti prevedono da subito mutui a 6 anni, con possibilità ma non obbligo di ripagare dopo due anni, che è la scadenza prevista originariamente dal protocollo. Per il nuovo decreto nazionale liquidità, invece, si attendono i provvedimenti attuativi. «Di botto abbiamo ricevuto migliaia di richieste, che stiamo smaltendo rapidamente - afferma l’amministratore delegato di Ccb Mario Sartori - Il nostro obiettivo è essere a supporto del Paese. Stiamo facendo un lavoro grosso, è un momento di responsabilità per tutti. Prima che si rimetta in moto l’economia ci vorranno mesi, stiamo operando per salvare il sistema produttivo, i posti di lavoro. Pensiamo ad esempio alla stagione estiva per il turismo: non potrà essere quella record degli anni scorsi, ma va salvata».
LE ALTRE BANCHE
Unicredit, che non ha aderito al protocollo trentino, ha ricevuto nel Nord Est 12.100 richieste di moratoria tra mutui e canoni leasing. Volksbank invece ha aderito al programma trentino, appena partito e già arrivato ai limiti di capienza dei 250 milioni, mentre sul fronte delle moratorie ne ha deliberate oltre 7.000, di cui 3.800 per le aziende e 3.250 per le famiglie, per 1,3 miliardi di crediti e 200 milioni di rate sospese. In Trentino sono stati sospesi mutui per 130 milioni, di cui 85,5 alle aziende e 44,1 ai privati. Volksbank aderisce inoltre alla convenzione Abi per l’anticipo della cassa integrazione ai lavoratori dipendenti, come Sparkassee la stessa Cassa Centrale. Nelle Rurali i lavoratori potranno chiedere l’anticipo dell’indennità, ma le aziende potrebbero chiedere la liquidità del programma Ripresa Trentino aumentata del 50% proprio per anticipare la cassa integrazione.
BUSTE PAGA IN SOFFERENZA
Al Fondo di solidarietà trentino (commercio, turismo, sociale, piccole imprese) sono ormai arrivate 4.500 domande di cassa integrazione per 28 mila lavoratori. «Considerando la cassa in deroga, superiamo i 30 mila» spiega Andrea Grosselli , presidente e ora commissario del Fondo. Nei settori chimico, tessile, carta dell’industria, precisa Alan Tancredi della Uil, le richieste di cassa ordinaria riguardano più di 5.600 lavoratori. In tutta l’industria saranno 15 mila, con l’edilizia il totale supera i 55 mila. Ma il pagamento non arriva subito. Anticipano molte grandi imprese e anche diverse piccole, sostiene Walter Largher della Uil, che presiede l’Ente bilaterale del turismo Ebtt. Ma molte altre non ce la fanno o non è previsto che lo possano fare, come le imprese del commercio con più di 50 addetti. «A loro chiediamo di anticipare la quattordicesima» dice Largher. L’Inps comunque sta accelerando le procedure, si punta al pagamento entro aprile.
IN BILICO 70 POSTI DI LAVORO
Ma poi ci sono i 30 dipendenti dei negozi Conbipel di Trento e Pergine e i 15 del negozio Scarpe & Scarpe di Trento che vanno in cassa per il Covid ma non sanno quando ne usciranno, perché queste aziende hanno chiesto il concordato preventivo per una crisi che arriva da prima dell’emergenza. Ad essi si aggiungono i 24 dipendenti rimasti del negozio Mercatone Uno di San Michele all’Adige: cassa prorogata oltre il 23 maggio, ma ancora nessun compratore all’orizzonte.