Cartiere Fedrigoni, chiusure temporanee per le fabbriche a Varone, Arco e Scurelle
Primi effetti economici del lockdown dovuto dalla pandemia Covid-19. Il Gruppo Fedrigoni (carta) non ha mai arrestato la propria produzione in quanto riconosciuta di interesse strategico nazionale. Ma non basta avere il codice Ateco, se poi crolla la domanda.
«Già dall’inizio di marzo la nostra divisione carta è stata significativamente impattata dal calo di domanda in tutti i segmenti di offerta - spiega all’ANSA Marco Nespolo, ad di Fedrigoni -. La flessione non riguarda solo le carte per ufficio e scuola, che hanno subito un crollo di richieste da parte di impiegati e studenti e visto la chiusura di molti canali distributivi, ma anche le carte speciali utilizzate nel packaging dei beni di lusso, nella profumeria, nel retail, nella comunicazione di eventi e mostre, tutti ambiti fortemente colpiti dal lockdown», mentre non ci sono state ricadute per il settore etichette autoadesive. Da qui, la decisione di prevedere alcune giornate di fermo produttivo per le divisioni «cart» di vari stabilimenti, fra aprile e maggio, in Veneto, Trentino, Friuli e Marche. In Trentino, la Fedrigoni ha tre stabilimento: a Varone, Arco e Scurelle.
Per quest’ultima regione, stop produttivo nei due siti di Fabriano (Ancona) dal primo al 10 maggio compreso; per Pioraco (Macerata) dal primo al 17 maggio compreso. «Negli stabilimenti coinvolti dalle fermate - annuncia Nespolo - inviteremo i dipendenti, in primis, a fruire di tutte le ferie e permessi non goduti, per coprire i periodi di chiusura. Faremo, poi, ricorso alla cassa integrazione Covid-19 per salvaguardare anche coloro che non dovessero avere ferie e permessi arretrati a disposizione. Valuteremo, volta per volta, forme di riconoscimento straordinario, per compensare chi sarà maggiormente impattato dalle chiusure». L’ad e il top management, in segno di solidarietà, si riducono lo stipendio del 30% per le mensilità di quest’anno più colpite dall’emergenza coronavirus.