Pizza al taglio e take away: oggi al via in Trentino il servizio di cibo d'asporto
Via libera, da oggi, all’acquisto del cibo da asporto - il servizio take away - nei locali abilitati: bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, pizza al taglio, ambulanti di prodotti alimentari e bevande.
Ieri è stato approvato il protocollo: le linee guida spiegano come riprendere in sicurezza questa attività. Il documento è stato elaborato dal Comitato provinciale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro e dal gruppo di lavoro sulla ristorazione. Particolare attenzione viene posta sulla sanificazione degli ambienti di lavoro: «La sanificazione di superfici che vengono spesso toccate», recita il protocollo, «dovrà essere particolarmente accurata e frequente».
I clienti devono ordinare online o telefonicamente: «In questa fase dovrà essere concordata con il cliente data e ora del ritiro, allo scopo di evitare assembramenti».
Parlando di produzione e preparazione, la normativa europea in chiave di sicurezza degli alimenti è estremamente rigorosa. «Nel momento attuale è di fondamentale importanza per gli operatori del settore alimentare rafforzare le misure di igiene personale per ridurre il rischio di contaminazione delle superfici, incluse quelle degli alimenti e degli imballaggi».
Gli alimenti da consegnare al cliente dovranno essere inseriti nelle confezioni negli spazi ove normalmente vengono preparati e dove il personale adotta buone prassi di igiene e di produzione. «Gli imballaggi dovranno essere idonei al contatto con alimenti e dovranno anch’essi essere custoditi all’interno della struttura in maniera igienica».
Ciascun operatore del settore alimentare deve organizzare un percorso dedicato per l’accesso e il ritiro della merce. «Sarebbe meglio differenziare, laddove possibile, i percorsi di entrata e di uscita», sottolinea il protocollo.
È necessaria l’igienizzazione delle mani da parte dei clienti, prosegue il documento, «per questo deve essere messo a disposizione un dispenser da usare appena entrati e dopo il pagamento».
All’interno della struttura può entrare un solo cliente per l’acquisto delle merce d’asporto, e la persona deve trattenersi il tempo strettamente necessario alla consegna e al pagamento.
«Il personale addetto all’attività di asporto e che entra in contatto con il cliente, deve indossare la mascherina e impiegare guanti di tipo monouso», è scritto ancora.
Si deve preferire il pagamento elettronico evitando di manipolare denaro contante.
Fermo restando i vincoli sulla mobilità (acquisti nel proprio comune o nel comune di prossimità se l’attività economica non è presente o nel tragitto casa-lavoro), «i consumatori nella fase di consegna dei prodotti devono indossare la mascherina e devono rispettare le disposizioni circa l’igienizzazioni delle mani».
L’ordinazione non potrà in alcun modo essere consumata sul posto. La consumazione è consentita solo presso la propria abitazione oppure presso il proprio luogo di lavoro.
«Il Protocollo è ben fatto», afferma Christian Peroni, titolare del ristorante pizzeria El Merendero, «ma voglio dire una cosa: le aziende serie seguono queste raccomandazioni da sempre. L’unica differenza rispetto a prima è l’utilizzo di mascherine per gli addetti alla consegna dei pasti e al pagamento. Nella mia cucina tutti usano i guanti, da sempre. E riguardo alla sanificazione, noi abbiamo sempre effettuato tamponi settimanali nei punti critici per rilevare la salmonella, ad esempio. Nel Protocollo, insomma, non c’è nulla che ci complichi la vita».
Le misure sono state condivise anche da Cgil, Cisl e Uil tranne in un punto ritenuto dalle organizzazioni sindacali cruciale, che invece l’Azienda sanitaria ha deciso di non accogliere e cioè l’uso obbligatorio dei guanti in tutte le fasi, cioè preparazione, manipolazione e consegna delle pietanze.
«Un piatto freddo può venire contaminato se viene trattato con le mani sporche, ma nel momento che un piatto passa per la cottura non hai più questo problema», dice al proposito Christian Peroni. «Una pizza, che viene cotta a 250 gradi, non può avere “addosso” alcun tipo di batterio attivo».