La Federazione della cooperazione a Simoni ora rischia la scissione Mattarei: «Valuteremo alternative»
«Hanno sbattuto la porta in faccia a giovani che portano tante idee e innovazioni. Ma questo patrimonio non può essere disperso.
Dobbiamo esplorare scenari alternativi, verificare se una parte del movimento ha bisogno di un’altra rappresentanza». L’ex presidente di Federcoop Marina Mattarei non molla la presa. L’elezione a presidente della Federazione di Roberto Simoni col 52% dei voti, rispetto al 48% complessivo ottenuto dai candidati “alternativi” Andrea Girardi e Geremia Gios, è «una vittoria di Pirro».
I cooperatori che non si sentono più rappresentati potrebbero cercare un’altra strada. Tutto da approfondire ancora, ma il fatto stesso che si avanzi una tale ipotesi mostra che il disagio e le divisioni in cooperazione sono tutt’altro che superate.
E non è solo Mattarei. Già è stata notata l’inusuale asprezza dell’attacco, in assemblea, di Mauro Fezzi, presidente degli Allevatori e anche lui ex numero uno in via Segantini, a Simoni, presentato come rappresentante dell’establishment, e al Sait che snobba i prodotti trentini. «Una fesseria» ha ribattuto Simoni, ma la ferita della carne trentina esclusa da Sait per questioni di prezzo, un anno fa, sanguina ancora. Poi ci sono i giovani candidati al consiglio di amministrazione che sono rimasti fuori, superati da nomi vicini al neo presidente come Luca Rigotti, Alberto Carli, Paolo Fellin, Paolo Spagni.
Per loro parla Nadia Pedot, seconda dei non eletti tra i consiglieri trasversali, in un lungo post su Facebook. E anche lei non la manda a dire. «Il movimento cooperativo trentino è in larghissima parte rappresentato da un uomo sui 60 anni. Gli under 35 presenti, chiamati ad alzare la mano durante l’intervento della consigliera uscente Sara Ghezzer, erano 4: lei stessa, Luca Riccadonna, presidente dell’Associazione Giovani Cooperatori e candidato come consigliere trasversale (è il primo dei non eletti ndr), Alberto Buratti in rappresentanza del direttivo dell’Associazione, e un’altra o altro che non ho visivamente intercettato. Se l’Italia non è un paese per giovani, governato da una gerontocrazia che lo paralizza, la Cooperazione trentina ne è copia conforme: nell’ostruzionismo, nell’ipocrisia, nel paternalismo».
Per Mattarei i disagi nel movimento cooperativo sono diffusi. «Ci sono situazioni di crisi e divaricazioni che la Federazione avrebbe dovuto affrontare. Se consideriamo gli 80-90 voti andati a Simoni dalle società di sistema, in realtà più di metà del movimento non ha votato per lui. La sua elezione non basterà a ricomporre l’unitarietà che non c’è più e la credibilità persa. Si dà per scontato che i trentini si adeguano, ma non è così. È a rischio la tenuta e l’anima cooperativa».
Dopo qualche giorno di pausa, i sostenitori di Gios torneranno a riunirsi. «Ci troveremo magari in Vallarsa - dice Mattarei - e avremo modo di fare l’analisi del voto e tirare le fila. Ma quello che ci interessa è il futuro. In questi due mesi con i giovani sono emerse tante idee e innovazioni, un patrimonio che non può essere disperso.
A loro hanno sbattuto la porta in faccia. Verificheremo se una parte del movimento ha bisogno di un’altra rappresentanza. La cooperazione non può imbavagliarsi, altrimenti si spegne».
In Trentino c’erano due centrali cooperative, poi si fece la fusione con la piccola Legacoop e da allora c’è un’unica Federazione. «Ma questa unitarietà non c’è più da tempo - sostiene Mattarei - La società cambia, c’è più pluralismo. Il processo andava accudito, invece si è andati avanti a espulsioni».
Paradossalmente sembra che abbia fatto più la «gestione ordinaria» di Patrizia Gentil in questi sei mesi senza consiglio e presidente. «A parte la gestione dell’emergenza Covid, però, quello che si è ottenuto in questi mesi, dai negozi multiservizi alle comunità energetiche, è frutto del lavoro che abbiamo fatto in un anno e mezzo di presidenza - rivendica Mattarei - fino al protocollo firmato a gennaio con la Provincia».
Nel frattempo si aprirà la questione del successore di Simoni alla guida del Sait. «Col Sait abbiamo una partita aperta come Famiglia Cooperativa Vallate Solandre - puntualizza Mattarei, che ne è presidente - non solo sulla questione panificatori ma sul tema generale dei produttori locali e della coerenza di filiera (l’Adige del 23 maggio). Do per scontato che proporranno un candidato calato dall’alto.
Bisogna vedere se sarà accettato dai soci. Anche in Sait, però, ci sono le società di sistema che contano 30 voti, rispetto ai 70 delle Famiglie coop».