Trento è diventata la città italiana primatista per aumento dei prezzi: superata anche Bolzano
Secondo le rilevazioni di agosto 2020, Trento è in testa alla classifica dei capoluoghi e delle città (con più di 150 mila abitanti) più care, in base alla tradizionale graduatoria stilata dall’Unione nazionale consumatori.
Trento, con un’inflazione pari a +0,7% in un contesto nazionale che in dica invece un segno negativo in numerose città, ha la maggior spesa aggiuntiva, equivalente, per una famiglia media, a 163 euro.
Al secondo posto Bolzano, che perde uno storico primato in questa graduatoria dei rincari annuali,. dove il rialzo dei prezzi dello 0,5% determina un aggravio annuo di spesa pari a 159 euro, terza Perugia, dove il +0,5% genera una spesa supplementare, per una famiglia tipo, pari a 119 euro.
Chiude la classifica delle città non in deflazione, Napoli, +0,3% e 66 euro.
In testa alla classifica delle regioni più costose, con un’inflazione a +0,6%, c’è il Trentino che registra, per una famiglia media, un rialzo pari a 163 euro su base annua.
Segue l’Umbria, dove l’incremento dei prezzi pari allo 0,3% implica un incremento del costo della vita pari a 70 euro, terza la Campania (+0,1%), con un rincaro annuo, per la famiglia tipo, di 20 euro, chiude al quarto posto la Calabria: +0,1% pari a 19 euro.
La classifica riguarda i maggiori rincari, sulla base dell'inflazione media Istat.
Secondo i dati definitivi di agosto resi noti oggi dall’Istat, l’inflazione registra un ribasso annuo dello 0,5%. Quindi in gramn parte delle città il carovita non cresce, anzi.
«Una buona notizia. Se la causa della deflazione è negativa, il crollo drammatico della spesa delle famiglie per via dell’emergenza Covid, gli effetti sono positivi, dato che la riduzione dei prezzi aiuta le famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, contenendo la caduta del potere d’acquisto dovuta dalla riduzione del reddito disponibile.
Insomma, non vanno confuse le ragioni della deflazione con le sue conseguenze, positive per chi va tutti i giorni a fare la spesa», afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. «Per una coppia con due figli la deflazione consente un risparmio di 220 euro su base annua, anche se il carrello della spesa a +0,9% incide ancora sugli acquisti di tutti i giorni, che segnano un aumento di 95 euro, comunque inferiore a luglio quando era pari a a 117 euro. Per una coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, la minor spesa è di 206 euro, anche se il rialzo per le compere quotidiane è di 87 euro (106 a luglio), per una famiglia media la deflazione a 0,5% permette un ribasso del costo della vita complessivamente pari a 172 euro, anche se 71 euro in più vanno spesi per i beni alimentari e per la cura della casa e della persona, anche se inferiori al mese precedente quando erano 88 euro».
Nella rilevazione diffusa nel gennaio scorso e relativa al 2019, le prime tre risultavano essere Bolzano, Modena e Trapani. Ancona, Perugia e Sassari le più convenienti.