«Bauli in piazza» anche a Trento musica e spettacolo muoiono nell'indifferenza generale
«Il piatto piange e la musica è finita. Solidarietà al mondo della ristorazione, con la quale vogliamo condividere il medesimo segnale di disperazione».
Sono queste le parole riportate da FIPE (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi) per lanciare l’evento di protesta che si terrà mercoledì in 10 piazze italiane, tra cui Trento.
«Ci sentiamo di condividere lo stesso grido di disperazione» commenta Enzo Di Gregorio, presidente dell’associazione Confeventi e Artisti, organizzazione di rappresentanza del mondo dello spettacolo appena nata all’interno di Confcommercio. «Il messaggio di Fipe è emblematico: accanto al piatto che piange, c’è anche la musica che sta finendo… e con essa stanno esaurendo le energie di tutte le aziende del settore» incalza Di Gregorio.
«Siamo praticamente fermi ormai da marzo, abbiamo cercato di mantenere i nervi saldi e di organizzarci in un’associazione di categoria, proprio per poter esprimere in maniera unitaria le nostre istanze. Il nuovo DPCM per noi rappresenta una vera e propria mazzata ed ora vogliamo, sulla stregua di quanto fatto a Milano con i bauli in piazza, portare il nostro grido di allarme a livello provinciale».
«Il settore in cui operiamo - sentenzia il Presidente - per troppo tempo non è stato considerato. Mi preme ricordare come il mondo della cultura e delle arti performative in Italia nel 2018, ultimi dati a mia disposizione, abbia contato qualcosa come 95,8 miliardi di euro (6,1% del PIL) e, aggiungendo un indotto calcolato in 169,6 miliardi di euro, si sia arrivati ad un totale di 265,4 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto dall’intera filiera, pari al 16,9% di PIL. Il settore riguarda 416.080 imprese (6,8% del totale) che complessivamente impiegano 1,55 milioni di persone, pari al 6,1% del totale degli occupati. Possibile che questi dati non possano essere presi in considerazione per attivare delle politiche di sostegno concrete alle nostre imprese? Siamo stufi di essere presi poco in considerazione: pur riconoscendo la gravità dell’emergenza epidemiologica da Covid19 dobbiamo guardare anche alla tenuta delle nostre aziende che, dati alla mano, contano eccome nell’equilibrio economico del nostro paese ed in particolare della Provincia di Trento. Per questo, oltre ad esprimere pubblicamente la nostra vicinanza al mondo della ristorazione e dei pubblici esercizi, abbiamo deciso di scendere in piazza anche noi. Lo faremo a breve, a modo nostro, cercando di portare sì in piazza il nostro disappunto ma anche qualche idea per proporre una riforma seria e strutturata del nostro sistema, ancora troppo penalizzato e privo di tutele per aziende e lavoratori».