Dall'1 gennaio nuove norme europee: la ditta che non paga a 90 giorni viene messa in default

Nuove regole europee sul default in vigore dal 1° gennaio che metteranno a rischio fallimento centinaia di piccole aziende trentine, del commercio, industria, artigianato e del mondo dei servizi. E' l'allarme lanciato da Confesercenti.

«Queste nuove disposizioni a livello europeo, sul default, rischiano di mandare in cortocircuito il sistema del credito alle imprese e spingere imprenditori ed aziende già in difficoltà verso il baratro dell’usura, di finanziamenti borderline o illegali» afferma Mauro Paissan, Vicepresidente Confesercenti del Trentino.

Secondo le nuove regole dal prossimo gennaio basterà infatti un arretrato anche di pochi euro, di oltre 90 giorni e superiore all’1% dell’esposizione totale verso l’istituto di credito per far classificare l’impresa in default. E le banche peggioreranno in modo automatico la posizione dei creditori.

Con la fine delle moratorie concesse quest’anno a causa della pandemia (che termineranno il 30 gennaio 2021 salvo nuovi provvedimenti sul tema) e con il perdurare ormai evidente della crisi generale per tutte le imprese anche per i prossimi mesi (la fine del tunnel non si vede certamente ancora), questa nuova disposizione europea in materia di credito spingerà molte imprese del nostro territorio sull’orlo del precipizio. Si stima possano triplicare nel giro di pochi mesi le imprese che andranno in sofferenza.

Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia, la cessione dei finanziamenti per le imprese, nel primo semestre 2020 confronto al 2019, è stata aumentata del 3.1%. Inoltre, la piattaforma trentina, ha agevolato le imprese trentine all’acceso al credito rendendo possibile l’immediata liquidità per le 5000 domande prevenute sino al mese di settembre relative al progetto “Ripresa Trentino”.


«Una situazione inaccettabile che aggiunge benzina sul fuoco a una condizione socio-economica critica come mai, dal dopo guerra ad oggi, che in modo differente rispetto a 100 anni fa ci mette di fronte uno scenario di “guerra” e che quasi certamente nessuno di noi avrebbe mai immaginato di vivere» dice paissan.


Per evitare quello che potrebbe essere un colpo da KO definitivo per centinaia di imprenditori trentini (quindi famiglie e lavoratori) «risulta indispensabile agire da subito per una proroga sostanziale di moratorie e di tutti i sistemi ad oggi messi in campo come sostegno al mondo delle imprese. E’ auspicabile inoltre come più volte richiesto e sottolineato un importante rafforzamento sia patrimoniale (adeguata dotazione finanziaria) che di centralità del ruolo dei confidi nella filiera del credito alle aziende, che dovranno sempre più fare da ponte fra domanda e offerta nel mercato del credito locale».

«Per l’ennesima volta ci ritroviamo a dover evidenziare un limite strutturale del sistema aziende trentine, che risultano nella maggior parte dei casi troppo fragili, sotto patrimonializzate e de strutturate, una condizione ormai patologica che rende sempre più difficile l’accesso al mondo del credito e più in generale l’approccio al mercato. Da troppo tempo si parla di questo tema, ma ci si muove ancora troppo poco. Dobbiamo approfittare di questa crisi per affrontare di petto e in modo radicale questa condizione fisiologica negativa del sistema trentino delle imprese».

La sottocapitalizzazione delle imprese locali e l’incapacità di fare rete, di programmare fusioni e accorpamenti fra piccole realtà per adeguarle alle aspettative del mercato - afferma Confesercenti - è un problema che va affrontato con una determinazione differente. Non basta più la sensibilizzazione sul tema; politica, è necessario trovare una via per sbloccare questa situazione di stallo che a medio termine anche oltre la crisi contingente rischia di far implodere il sistema economico locale. Serve un colpo di reni e anche in fretta, per rimediare ad una debolezza di tanti (non tutti certamente) ma che rende comunque tutti più deboli e sicuramente depotenzia l’intero sistema locale.


COSA COMPORTA LA NUOVA NORMATIVA. 

Le nuove regole, che tutte le banche dovranno applicare entro il 1° gennaio 2021, prevedono l’automatica classificazione in default delle imprese che presentano arretrati di pagamento rilevanti per oltre 90 giorni consecutivi sulle esposizioni ( capitale, interessi e commissioni) che esse hanno nei confronti della propria banca.

Un arretrato è definito rilevante se di ammontare superiore a 500 euro (relativo a uno o più finanziamenti) e se rappresenta più dell’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca. Per le persone fisiche e le piccole e medie imprese con esposizioni nei confronti della stessa banca di ammontare complessivamente inferiore a 1 milione di euro, l’importo dei 500 euro è ridotto a 100 euro.

Diversamente dal passato, l’impresa non potrà più impiegare margini ancora disponibili su sue linee di credito per compensare gli inadempimenti in essere ed evitare la classificazione in default (es. utilizzare linee di cassa per compensare rate di finanziamenti). In linea generale, la classificazione dell’impresa in stato di default, anche in relazione ad un solo finanziamento, comporta il passaggio in default di tutte le sue esposizioni nei confronti della banca.

Per uscire dal default dovranno passare 3 mesi dal momento in cui non sussistono più le condizioni per classificare l’impresa in default.

Per le imprese è fondamentale conoscere le nuove regole e rispettare con puntualità le scadenze di pagamento previste contrattualmente, per non risultare in arretrato nel rimborso dei propri debiti verso le banche anche per importi di modesta entità. Ciò al fine di evitare che la banca sia tenuta a classificare l’impresa in default e avviare le azioni a tutela dei propri crediti, secondo quanto richiesto dalle disposizioni di vigilanza europee.

 

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